2008-01-27 14:23:28

Il cardinale Bertone chiude il convegno romano dell'Opera don Guanella sul tema "L'arte di accompagnare all'incontro con la morte"


La partecipazione, intensa in termini di numeri, ma anche di emozioni, al meeting organizzato dall'Opera don Guanella a Roma, sul tema "L'arte di accompagnare all'incontro con la morte", è la testimonianza che la morte non è un argomento lugubre. Lo è diventato, nella nostra cultura, che ha espulso la morte dalla vita. "Si vive come se non si dovesse mai morire", ha detto ieri, nell'omelia della Messa conclusiva, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. "Nella nostra società – ha affermato lo psichiatra Vittorino Andreoli –, non c'è tempo per pensare alla morte, per prepararsi alla morte, non c'è tempo da dedicare a chi muore". Si muore sempre più soli, lontani da casa, negli ospedali, spesso di fretta. La morte "si cerca in tanti modi di esorcizzarla – ha detto ancora il cardinale Bertone – invece, dobbiamo imparare a guardarla con serenità, e soprattutto dobbiamo prepararci a incontrarla". Perché morire è un momento della vita, inevitabile, "il momento cui tende ogni vita, fin dalla nascita. Il morente è un vivente. Con i suoi sentimenti, i suoi bisogni, fisici, psicologici e spirituali. E la morte richiede tempo, attenzione, rispetto". È questo, in sintesi, il messaggio conclusivo del meeting. La Basilica di San Giuseppe al Trionfale, voluta ormai cento anni fa dal fondatore, don Luigi Guanella, è stata sempre piena, nei due giorni di incontro. Trecento gli iscritti, dall'Italia, dalla Svizzera e perfino dal Perù. Operatori sanitari, assistenti sociali e spirituali, e persone che semplicemente hanno avuto un lutto o hanno un parente o un amico malato, e cercano un aiuto su come prepararsi all'incontro con la morte o come accompagnare la persona cara a quel momento. E ciò a testimonianza che oggi c'è bisogno di una "educazione alla morte", e anche di una formazione professionale adeguata all'assistenza dei morenti. Si sono toccati temi importanti. C'è un diritto a morire dignitosamente, si è detto. Ma, soprattutto c'è l'altra faccia della medaglia: il diritto-dovere a vivere con dignità, che significa, innanzitutto, un diritto a non morire soli. Come c'è un diritto a non vivere soli. (A cura di Emanuela Bambara) RealAudioMP3







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