2008-01-26 14:45:10

Riflessioni sulla lettera del cardinale Tettamanzi a separati e divorziati


Vasta eco ha avuto la Lettera che l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha rivolto agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione. Pubblicata lunedì scorso e intitolata ‘Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito’, non presenta innovazioni dal punto di vista magisteriale ma esorta la comunità ecclesiale a un maggiore impegno di vicinanza e solidarietà verso quanti vivono situazioni familiari di difficoltà. Il servizio di Fabio Colagrande:RealAudioMP3


L’esclusione dei fedeli divorziati e risposati dalla Comunione eucaristica è un problema ‘particolarmente doloroso’, ma occorre far capire che essi ‘non sono esclusi dal grande mistero dell'Eucaristia, dall'amore della Chiesa e dall'amore di Cristo’. Così, Benedetto XVI, nel luglio del 2005, in un dialogo con i sacerdoti della diocesi di Aosta, aveva ribadito e approfondito quel principio generale di accoglienza delle famiglie in situazione irregolare, già affermato quindici anni fa nel ‘Direttorio di pastorale familiare’ della Chiesa italiana. Oggi, la Lettera del cardinale Tettamanzi, pur non contenendo novità magisteriali, rappresenta uno stimolo per colmare un ritardo nell’applicazione pastorale. Lo conferma mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della famiglia della CEI:

 
R. – E’ una lettera che risponde in modo splendido all’attesa di molti separati, divorziati e divorziati risposati, che si sentono in qualche modo lontani dalla Chiesa o addirittura allontanati dalla Chiesa. La lettera del cardinale Tettamanzi è una lettera che si pone in un atteggiamento accogliente nella verità, ma insieme nella carità.

 
D. – Secondo la sua esperienza pastorale, mons. Nicolli, è abbastanza viva questa consapevolezza nel tessuto ecclesiale, la necessità di accogliere o ci sono ancora dei passi da fare in avanti?

 
R. – Direi che questa consapevolezza non è affatto penetrata nella Chiesa, almeno nel Popolo di Dio. Però, devo dire che c'è un’attenzione di molte diocesi ad occuparsi di questo problema. La presenza numerosa di tante persone che hanno fallito il progetto matrimoniale impone di occuparsi di questo tema. Auspico che questa lettera possa risvegliare anche nei cristiani, nei sacerdoti soprattutto la volontà di accoglienza e di andare incontro a queste sofferenze e a queste persone.

 
La riprova di quanto sia urgente ridare slancio alla pastorale in Italia anche per quanto riguarda la situazione delle famiglie in difficoltà o in situazione irregolare, arriva da Emanuele Scotti, vice-presidente dell’Associazione Famiglie separate cristiane:

 
R. – La Chiesa da tempo si è espressa con grande chiarezza a livello magisteriale. Nella prassi pastorale ancora ci sono degli spazi di grande lavoro. Questa lettera, però ci dà, anche da questo punto di vista, una grande speranza. Parla di una volontà di camminare insieme, di accoglierci. E questa è una prospettiva che già esiste, ma che viene rafforzata: quella di voler valorizzare le esperienze di chi ha vissuto sulla propria pelle queste situazioni. Per questo ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza umana e associativa. Ci sono difficoltà che sono proprie della vita dei separati, che spesso sfuggono: la difficoltà a vivere una vera bigenitorialità. Poi, ci sono difficoltà di alcuni che vivono un dramma di non facile risoluzione interiore, riguardo appunto quelle che sono le indicazioni della Chiesa. Noi diciamo che la difficoltà più grande, quella che noi con modestia ed umiltà cerchiamo di vivere nella nostra associazione, è quella di essere accolti. Molto spesso il separato si autoesclude. Questo lo dobbiamo riconoscere. Noi vogliamo vederla in positivo. Noi ci sentiamo Chiesa, noi ne facciamo parte e facciamo la nostra parte. Spesso il separato sente su di sé il peso di un giudizio che alle volte è più percepito che reale. Purtroppo esiste anche questo: nelle comunità c’è un certo pregiudizio, ci sono diversi luoghi comuni. Credo che però gesti di questo tipo siano fondamentali per ribadire la giusta prospettiva con la quale affrontare questo problema.







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