Proseguono le consultazioni al Quirinale. Il governatore della Sicilia Cuffaro si
dimette
Secondo giorno di consultazioni del Capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano per
risolvere la crisi apertasi con la sfiducia del senato al Governo. Oggi al quirinale
le formazioni minori. Ma nella giornata politica si inserisce anche la decisione di
Cuffaro di dimettersi da presidente della regione Sicilia dopo la recente condanna.
Servizio di Giampiero Guadagni:
La
notizia è di poco fa. Il governatore della regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, si
è dimesso dal suo incarico, come sollecitato da più parti. Cuffaro era stato condannato
nei giorni scorsi in primo grado a cinque anni per favoreggiamento nel processo sulle
cosiddette talpe alla direzione distrettuale antimafia di Palermo, ma sono stati
esclusi suoi rapporti con Cosa Nostra. Il caso si è inserito nel conflitto tra politica
e magistratura, che con l’esplodere del caso Mastella ha rappresentato una della concause
della crisi di governo. Intanto le prime consultazioni al quirinale delle forze politiche
minori, accompagnate dalle dichiarazioni dei leader dei partiti maggiori, confermano
l’esistenza di due schieramenti trasversali. Uno è a favore di elezioni anticipate:
Forza Italia, AN, Lega e Udeur. Per un governo istituzionale che realizzi almeno la
riforma elettorale sono il partito democratico di Veltroni, Rifondazione comunista
anche per bocca del presidente della Camera Bertinotti, e le forze sociali, cioè Confindustria
e sindacati. In questo caso il candidato più gettonato è il presidente del senato
Marini, che pure si chiama fuori dalla mischia. Così come esclude un suo reincarico
il premier dimissionario Romano Prodi. A quanto si sa l’ipotesi di un governo istituzionale
è quella privilegiata dallo stesso capo dello Stato. Napolitano ha sempre sottolineato
l’esigenza di un pacchetto minimo di riforme prima di ridare la parola agli elettori.
Le consultazioni si concluderanno martedì con Forza Italia e partito democratico.
Il capo dello Stato lavora comunque ad una soluzione in tempi rapidi. Qualunque essa
sia. La stabilità politica è infatti condizione necessaria per risolvere i problemi
concreti del Paese. In questo senso c’è la sollecitazione dell’Unione Europea, che
paventa un 2008 difficile per i conti pubblici italiani, in un contesto di probabile
recessione internazionale. Inoltre, lavoratori dipendenti e pensionati attendono con
ansia misure a favore dei salari per recuperare il loro potere d’acquisto. Libano
E’ salito a cinque il numero delle vittime dell’attentato di ieri nel quartiere
cristiano di Furn al-Shebbak, alla periferia orientale di Beirut. Nella notte è morto
in ospedale uno dei feriti che versano in gravi condizioni. Si svolgeranno oggi i
funerali del vero obbiettivo dell’attentato: il capitano Wissam Eid, l’ufficiale in
prima linea nell'inchiesta sulla strage che nel 2005 costò la vita all'ex premier
Rafik Hariri. Si segnala, intanto, la ferma condanna del segretario di Stato americano,
Condoleezza Rice, che ha inoltre esortato le “parti interessate'' affinché facilitino
l'elezione di un presidente che permetta di dare stabilità al Paese. Il parlamento
libanese è infatti convocato per 11 febbraio per l’elezione del capo dello Stato,
rinviata ben tredici volte dallo scorso settembre.
Afghanistan L’emergenza
freddo sta mettendo in ginocchio l’Afghanistan. Secondo i dati forniti da Action
Aid, le basse temperature, che raggiungo i 20 gradi sotto lo zero, hanno finora causato
più di 300 morti, molti dei quali bambini. L'organizzazione umanitaria ha inoltre
lanciato un appello per il rifornimento di generi di prima necessità da distribuire
in molti villaggi, al momento completamente isolati. Le rigide condizioni meteo non
fermano però le violenze della guerriglia talebana. Ieri quattro militari afghani
della coalizione guidata dagli Stati Uniti sono rimasti uccisi nell’esplosione di
una bomba che ha distrutto il veicolo sul quale viaggiavano. C’è grande preoccupazione,
infine, per una donna americana, impegnata negli aiuti umanitari, rapita oggi a Kandahar
da alcuni uomini armati. Al momento, non è stata diffusa alcuna rivendicazione o richiesta
da parte dei rapitori.
Iraq Non si fermano le violenze in Iraq,
dove nelle ultime 24 ore si registrano almeno 7 morti in diversi scontri a fuoco e
attentati della guerriglia. Fra le vittime, un esponente del movimento del leader
sciita radicale Moqtada al-Sadr.
Kenya Il mediatore delle Nazioni
Unite per la crisi kenyana, Kofi Annan, a margine della visita nella parte occidentale
del Paese africano, ha denunciato di aver assistito a “gravi abusi e alla sistematica
negazione dei diritti umani”, perpetrati dopo le elezioni presidenziali "ai danni
dei propri connazionali". Annan ha inoltre sollecitando un’inchiesta che accerti subito
le responsabilità. Intanto, sul terreno, proseguono le violenze alimentate dal conflitto
politico in atto tra il presidente rieletto, Mwai Kibaki, e il leader dell'opposizione,
Raila Odinga. Nella località di Nakuru, in una provincia della Rift Valley, nelle
ultime 24 ore sono state uccise almeno tredici persone. L’ultimo bilancio complessivo
dei disordini supera ormai gli 800 morti, con almeno 260.000 sfollati costretti alla
fuga.
Sudafrica – crisi energetica Il governo sudafricano ha dichiarato
lo stato d'emergenza nazionale a causa della scarsità di elettricità che ha colpito
il Paese provocando la paralisi delle miniere d'oro, prima risorsa economica del Sudafrica.
L'esecutivo ha informato che la crisi energetica non rallenterà la preparazione del
Paese per ospitare i mondiali di calcio del 2010. Fra le misure che il governo intende
attuare, ci sarà un innalzamento dei prezzi delle tariffe dell'elettricità e l’introduzione
di razionamenti al fine di migliorare la situazione in previsione dei mondiali.
Kosovo
“La Russia è categoricamente contraria ad una dichiarazione di indipendenza
unilaterale da parte del Kosovo”. E’ quanto confermato dal presidente russo, Vladimir
Putin, durante i colloqui avuti ieri a Mosca con il presidente serbo Boris Tadic e
con il premier Vojislav Kostunica. Dalla Russia anche Tadic ha ribadito che la Serbia
“difenderà sempre i suoi interessi in Kosovo”. Per il Cremlino, sulla regione a maggioranza
albanese non esistono "alternative ragionevoli" a quella di una risoluzione negoziata
in cui le Nazioni Unite svolgano un ruolo di punta. E proprio il segretario ONU, Ban
ki-Moon , si è detto molto preoccupato per il fatto che sulla questione Kosovo il
Consiglio di sicurezza, di cui la Russia è membro permanente, sia così profondamente
diviso.
Olanda - Amsterdam E’ di un morto e quattro feriti il bilancio
dell’attentato dinamitardo di questa mattina in un bar di Amsterdam. Secondo fonti
della polizia olandese, la deflagrazione è stata prodotta da una bomba a mano. Non
è escluso che si sia trattato di un regolamento di conti in seno alla criminalità
organizzata; gli inquirenti però al momento non escludono alcuna pista. L'intera zona
è stata isolata con cordoni di sicurezza.
Svizzera - Davos Prosegue
in Svizzera l'World Economic Forum di Davos, dove oggi si è tenuta la riunione sui
rischi dei mercati a cui hanno partecipato tutti i rappresentati dei maggiori organismi
economico-finaziari del mondo. Secondo le prime dichiarazioni di Angel Gurria, segretario
generale dell'OCSE, “c’è preoccupazione ma non allarme per il funzionamento del sistema
finanziario”.
USA – elezioni A poche ore dal voto in South Carolina,
sulla sponda democratica Barack Obama conferma e aumenta il suo distacco nei sondaggi
dalla rivale Hillary Clinton. In questo stato del sud sarà infatti determinante il
voto degli afroamericani. Intanto in Florida, dove martedì si terranno primarie cruciali
per i contendenti repubblicani, il veterano John McCain è in vantaggio rispetto al
mormone Mitt Romney. Ma nel Paese l’attenzione è tutta rivolta al “Super Martedì”,
il 5 febbraio, quando in un solo giorno voteranno 22 Stati.
Colombia - FARC “La
guerriglia colombiana delle FARC potrebbe nei prossimi giorni liberare altri ostaggi”:
lo ha affermato la senatrice colombiana, Piedad Cordoba. “Non vi sono dubbi che vi
saranno altre liberazioni”, ha assicurato Cordoba. Non è invece dello stesso avviso
il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, pessimista sulla possibilità di nuove rilasci
di ostaggi. “Sul tema delle persone nelle mani delle FARC vedo un orizzonte assolutamente
nero”, ha affermato durante una conferenza stampa a Caracas. (Panoramica Internazionale
a cura di Marco Guerra e di Chiara Calace) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 26 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.