2008-01-26 16:00:04

Proseguono le consultazioni al Quirinale. Il governatore della Sicilia Cuffaro si dimette


Secondo giorno di consultazioni del Capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano per risolvere la crisi apertasi con la sfiducia del senato al Governo. Oggi al quirinale le formazioni minori. Ma nella giornata politica si inserisce anche la decisione di Cuffaro di dimettersi da presidente della regione Sicilia dopo la recente condanna. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


La notizia è di poco fa. Il governatore della regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, si è dimesso dal suo incarico, come sollecitato da più parti. Cuffaro era stato condannato nei giorni scorsi in primo grado a cinque anni per favoreggiamento nel processo sulle cosiddette talpe alla direzione distrettuale  antimafia di Palermo, ma sono stati esclusi suoi rapporti con Cosa Nostra. Il caso si è inserito nel conflitto tra politica e magistratura, che con l’esplodere del caso Mastella ha rappresentato una della concause della crisi di governo. Intanto le prime consultazioni al quirinale delle forze politiche minori, accompagnate dalle dichiarazioni dei leader dei partiti maggiori, confermano l’esistenza di due schieramenti trasversali. Uno è a favore di elezioni anticipate: Forza Italia, AN, Lega e Udeur. Per un governo istituzionale che realizzi almeno la riforma elettorale sono il partito democratico di Veltroni, Rifondazione comunista anche per bocca del presidente della Camera Bertinotti, e le forze sociali, cioè Confindustria e sindacati. In questo caso il candidato più gettonato è il presidente del senato Marini, che pure si chiama fuori dalla mischia. Così come esclude un suo reincarico il premier dimissionario Romano Prodi. A quanto si sa l’ipotesi di un governo istituzionale è quella privilegiata dallo stesso capo dello Stato. Napolitano ha sempre sottolineato l’esigenza di un pacchetto minimo di riforme prima di ridare la parola agli elettori. Le consultazioni si concluderanno martedì con Forza Italia e partito democratico. Il capo dello Stato lavora comunque ad una soluzione in tempi rapidi. Qualunque essa sia. La stabilità politica è infatti condizione necessaria per risolvere i problemi concreti del Paese. In questo senso c’è la sollecitazione dell’Unione Europea, che paventa un 2008 difficile per i conti pubblici italiani, in un contesto di probabile recessione internazionale. Inoltre, lavoratori dipendenti e pensionati attendono con ansia misure a favore dei salari per recuperare il loro potere d’acquisto.
 
Libano
E’ salito a cinque il numero delle vittime dell’attentato di ieri nel quartiere cristiano di Furn al-Shebbak, alla periferia orientale di Beirut. Nella notte è morto in ospedale uno dei feriti che versano in gravi condizioni. Si svolgeranno oggi i funerali del vero obbiettivo dell’attentato: il capitano Wissam Eid, l’ufficiale in prima linea nell'inchiesta sulla strage che nel 2005 costò la vita all'ex premier Rafik Hariri. Si segnala, intanto, la ferma condanna del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, che ha inoltre esortato le “parti interessate'' affinché facilitino l'elezione di un presidente che permetta di dare stabilità al Paese. Il parlamento libanese è infatti convocato per 11 febbraio per l’elezione del capo dello Stato, rinviata ben tredici volte dallo scorso settembre.

Afghanistan
L’emergenza freddo sta mettendo in ginocchio l’Afghanistan. Secondo i dati forniti da Action Aid, le basse temperature, che raggiungo i 20 gradi sotto lo zero, hanno finora causato più di 300 morti, molti dei quali bambini. L'organizzazione umanitaria ha inoltre lanciato un appello per il rifornimento di generi di prima necessità da distribuire in molti villaggi, al momento completamente isolati. Le rigide condizioni meteo non fermano però le violenze della guerriglia talebana. Ieri quattro militari afghani della coalizione guidata dagli Stati Uniti sono rimasti uccisi nell’esplosione di una bomba che ha distrutto il veicolo sul quale viaggiavano. C’è grande preoccupazione, infine, per una donna americana, impegnata negli aiuti umanitari, rapita oggi a Kandahar da alcuni uomini armati. Al momento, non è stata diffusa alcuna rivendicazione o richiesta da parte dei rapitori.

Iraq
Non si fermano le violenze in Iraq, dove nelle ultime 24 ore si registrano almeno 7 morti in diversi scontri a fuoco e attentati della guerriglia. Fra le vittime, un esponente del movimento del leader sciita radicale Moqtada al-Sadr.

Kenya
Il mediatore delle Nazioni Unite per la crisi kenyana, Kofi Annan, a margine della visita nella parte occidentale del Paese africano, ha denunciato di aver assistito a “gravi abusi e alla sistematica negazione dei diritti umani”, perpetrati dopo le elezioni presidenziali "ai danni dei propri connazionali". Annan ha inoltre sollecitando un’inchiesta che accerti subito le responsabilità. Intanto, sul terreno, proseguono le violenze alimentate dal conflitto politico in atto tra il presidente rieletto, Mwai Kibaki, e il leader dell'opposizione, Raila Odinga. Nella località di Nakuru, in una provincia della Rift Valley, nelle ultime 24 ore sono state uccise almeno tredici persone. L’ultimo bilancio complessivo dei disordini supera ormai gli 800 morti, con almeno 260.000 sfollati costretti alla fuga.

Sudafrica – crisi energetica
Il governo sudafricano ha dichiarato lo stato d'emergenza nazionale a causa della scarsità di elettricità che ha colpito il Paese provocando la paralisi delle miniere d'oro, prima risorsa economica del Sudafrica. L'esecutivo ha informato che la crisi energetica non rallenterà la preparazione del Paese per ospitare i mondiali di calcio del 2010. Fra le misure che il governo intende attuare, ci sarà un innalzamento dei prezzi delle tariffe dell'elettricità e l’introduzione di razionamenti al fine di migliorare la situazione in previsione dei mondiali.

Kosovo
“La Russia è categoricamente contraria ad una dichiarazione di indipendenza unilaterale da parte del Kosovo”. E’ quanto confermato dal presidente russo, Vladimir Putin, durante i colloqui avuti ieri a Mosca con il presidente serbo Boris Tadic e con il premier Vojislav Kostunica. Dalla Russia anche Tadic ha ribadito che la Serbia “difenderà sempre i suoi interessi in Kosovo”. Per il Cremlino, sulla regione a maggioranza albanese non esistono "alternative ragionevoli" a quella di una risoluzione negoziata in cui le Nazioni Unite svolgano un ruolo di punta. E proprio il segretario ONU, Ban ki-Moon , si è detto molto preoccupato per il fatto che sulla questione Kosovo il Consiglio di sicurezza, di cui la Russia è membro permanente, sia così profondamente diviso.

Olanda - Amsterdam
E’ di un morto e quattro feriti il bilancio dell’attentato dinamitardo di questa mattina in un bar di Amsterdam. Secondo fonti della polizia olandese, la deflagrazione è stata prodotta da una bomba a mano. Non è escluso che si sia trattato di un regolamento di conti in seno alla criminalità organizzata; gli inquirenti però al momento non escludono alcuna pista. L'intera zona è stata isolata con cordoni di sicurezza.

Svizzera - Davos
Prosegue in Svizzera l'World Economic Forum di Davos, dove oggi si è tenuta la riunione sui rischi dei mercati a cui hanno partecipato tutti i rappresentati dei maggiori organismi economico-finaziari del mondo. Secondo le prime dichiarazioni di Angel Gurria, segretario generale dell'OCSE, “c’è preoccupazione ma non allarme per il funzionamento del sistema finanziario”.

USA – elezioni
A poche ore dal voto in South Carolina, sulla sponda democratica Barack Obama conferma e aumenta il suo distacco nei sondaggi dalla rivale Hillary Clinton. In questo stato del sud sarà infatti determinante il voto degli afroamericani. Intanto in Florida, dove martedì si terranno primarie cruciali per i contendenti repubblicani, il veterano John McCain è in vantaggio rispetto al mormone Mitt Romney. Ma nel Paese l’attenzione è tutta rivolta al “Super Martedì”, il 5 febbraio, quando in un solo giorno voteranno 22 Stati.

Colombia - FARC
“La guerriglia colombiana delle FARC potrebbe nei prossimi giorni liberare altri ostaggi”: lo ha affermato la senatrice colombiana, Piedad Cordoba. “Non vi sono dubbi che vi saranno altre liberazioni”, ha assicurato Cordoba. Non è invece dello stesso avviso il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, pessimista sulla possibilità di nuove rilasci di ostaggi. “Sul tema delle persone nelle mani delle FARC vedo un orizzonte assolutamente nero”, ha affermato durante una conferenza stampa a Caracas. (Panoramica Internazionale a cura di Marco Guerra e di Chiara Calace)  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 26

 
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