In Mozambico le inondazioni hanno distrutto i raccolti e costretto alla fuga decine
di migliaia di persone
“Le inondazioni di quest’anno sono peggiori di quelle del 2000, non in termini di
perdite umane, ma in termini di raccolto distrutto”. Così la direttrice della Croce
Rossa per l’Africa australe, Françoise Le Goff, commenta la situazione di crisi che
investe lo Stato africano del Mozambico a seguito delle abbondanti piogge che da settimane
colpiscono una vasta area dell’Africa australe. Intervenuta ad un incontro con la
stampa internazionale a Johannesburg, in Sudafrica, l’alto funzionario ha precisato
che il numero degli sfollati ha raggiunto i 180mila e che di questi 57mila hanno perduto
tutti i loro beni. Una crisi umanitaria che richiede l’invio di aiuti urgenti alle
popolazioni colpite: la direttrice dell’organizzazione internazionale - riferisce
l’agenzia Fides - ha lanciato un appello per la raccolta di 7,3 milioni di dollari,
necessari per assistere per 6 mesi circa 150mila persone. Se nel 2000 le esondazioni
dei fiumi causate dalle forti piogge provocarono la morte di 700 persone, quest’anno
un intervento tempestivo delle autorità ha consentito di ridurre drasticamente i costi
in vite umane. Sarebbero sette al momento i decessi registrati e 71mila le persone
allontanate dalle zone a rischio grazie al coordinamento tra il governo mozambicano
e alcune organizzazioni non governative. Anche altri Paesi sono stati duramente colpiti
dalle inondazioni, tra questi Malawi, Namibia, Swaziland, Zambia, Zimbabwe e Lesotho.
Il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU ha avviato la distribuzione di cibo alle
vittime del disastro. (C.D.L.)