Il Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali: il commento di
padre Lombardi
Sono state tante le reazioni e i commenti al recente Messaggio del Papa per la prossima
Giornata delle comunicazioni sociali sul tema “I mezzi di comunicazione sociale: al
bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla”. Benedetto
XVI auspica che i mass media siano sempre più al servizio della verità, della giustizia
e della solidarietà e denuncia il rischio che tali mezzi finiscano nelle mani di chi
vuole manipolare le coscienze. Ascoltiamo in proposito il commento del nostro direttore,
padre Federico Lombardi:
Del
fatto che i media oggi abbiano un influsso decisivo sulla nostra vita personale e
sociale nessuno dubita. Ciò su cui invece dobbiamo interrogarci seriamente è se vengano
messi al servizio del bene delle persone e del bene comune delle società. Spesso infatti
abbiamo fondati motivi per dubitarne o per restarne amaramente delusi. Troppe volte
– costata il Papa – “la comunicazione sembra avere la pretesa non solo di rappresentare
la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede”.
Questo accade, ad esempio, quando i media non sono usati “per un corretto ruolo di
informazione, ma per ‘creare’ gli eventi stessi”, o almeno per amplificarne la portata,
per manipolarne la corretta lettura, o imporne una determinata interpretazione per
fini ideologici, per interessi economici, politici o di qualsiasi altra natura.
Non
è evidentemente questa la corretta finalità della comunicazione sociale. Non si ripeterà
mai a sufficienza un principio tanto apparentemente ovvio quanto fondamentale: “La
parola – detta, scritta o espressa in immagini - è fatta per la verità, per dire la
verità, per favorire l’incontro fra le persone nella condivisione della verità”. Non
per l’inganno, non per la divisione, non per la strumentalizzazione e l’asservimento
dell’altro. Non si tratta qui di sognare un mondo idilliaco. Si tratta di capire che
è in gioco la qualità dell’avvenire della nostra convivenza umana. La questione è
se lo straordinario potere delle meravigliose tecnologie della comunicazione nel mondo
globalizzato dev’essere usato appunto come “strumento di potere”, o come occasione
per far crescere la conoscenza, il dialogo e la comunione nel rispetto della libertà
e della dignità dell’altro. Il servizio della verità - per i comunicatori – non è
parola vuota, ma impegno morale, umile e grande, nel lavoro di ogni giorno, nell’uso
di ogni parola.