Il Codice di Diritto Canonico difende le cose di Dio e i più deboli: così il Papa
a 25 anni dalla promulgazione del testo
Il cristiano è l'essenza del diritto canonico e la legge canonica deve essere legata
a quel fondamento teologico che le fornisce ragionevolezza. E’ quanto ha sottolineato
Benedetto XVI ricevendo stamani in udienza i membri del Pontificio Consiglio per i
testi legislativi nel XXV anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico,
alla cui redazione ha contribuito anche il Papa, quando era arcivescovo metropolita
di Monaco – Frisinga. Il dicastero per i testi legislativi – ha detto il Santo Padre
– “veglia sulla completezza e sull’aggiornamento della legislazione della Chiesa e
ne assicura la coerenza”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Benedetto
XVI ha ricordato lo stretto legame tra la legge canonica e la vita della Chiesa secondo
il volere di Gesù Cristo. Non si tratta – ha detto il Papa - solo di “un insieme di
norme prodotte per questo speciale popolo che è la Chiesa di Cristo”. L’insieme di
realtà giuridiche, indicato dal codice – ha osservato il Santo Padre – compone un
mirabile mosaico nel quale sono raffigurati “tutti i volti di tutti i fedeli, laici
e pastori, e di tutte le comunità, dalla Chiesa universale alle Chiese particolari”.
E l’essenza del diritto – ha detto il Papa riprendendo le parole del beato Antonio
Rosmini – è la persona umana. L’essenza del diritto canonico – ha poi aggiunto – è
la persona del cristiano nella Chiesa. Questo impianto legislativo – ha quindi affermato
Benedetto XVI - deve essere formulato "in modo chiaro, sempre in sintonia con le restanti
leggi della Chiesa": “È pertanto necessario abrogare le norme
che risultano sorpassate; modificare quelle che necessitano di essere corrette; interpretare
- alla luce del vivente Magistero della Chiesa - quelle che sono dubbie e, infine,
colmare le eventuali lacunae legis. Vanno - come disse il Papa Giovanni Paolo II alla
Rota Romana - tenute presenti ed applicate le tante manifestazioni di quella flessibilità
che, proprio per ragioni pastorali, ha sempre contraddistinto il diritto canonico”. Il
Codice di Diritto Canonico - ha osservato il Papa - contiene poi le norme prodotte
dal Legislatore ecclesiale "per il bene della persona e delle comunità nell’intero
Corpo mistico che è la santa Chiesa". Come ha detto Giovanni Paolo II nel promulgare
il Codice di Diritto Canonico il 25 gennaio 1983, la Chiesa - ha spiegato Benedetto
XVI - "è costituita come una compagine sociale e visibile; come tale essa ha bisogno
di norme: sia perché la sua struttura gerarchica e organica sia visibile; sia perché
l'esercizio delle funzioni a lei divinamente affidate, specialmente quella della sacra
potestà e dell'amministrazione dei Sacramenti, possa essere adeguatamente organizzato;
sia perché le scambievoli relazioni dei fedeli possano essere regolate secondo giustizia,
basata sulla carità, garantiti e ben definiti i diritti dei singoli; sia, finalmente,
perché le iniziative comuni, intraprese per una vita cristiana sempre più perfetta,
attraverso le leggi canoniche vengano sostenute, rafforzate e promosse”.
La
legge della Chiesa – ha detto inoltre il Papa – è prima di tutto lex libertatis: "legge
che ci rende liberi per aderire a Gesù". “Perciò,
occorre saper presentare al Popolo di Dio, alle nuove generazioni, e a quanti sono
chiamati a far rispettare la legge canonica, il concreto legame che essa ha con la
vita della Chiesa, a tutela dei delicati interessi delle cose di Dio, e a protezione
dei diritti dei più deboli, di coloro che non hanno altre forze per farsi valere,
ma anche a difesa di quei delicati 'beni' che ogni fedele ha gratuitamente ricevuto
- il dono della fede, della grazia di Dio, anzitutto - che nella Chiesanon possono rimanere senza adeguata protezione da parte del Diritto”. In
occasione del 25.mo anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico,
il Pontificio Consiglio per i testi legislativi ha promosso il convegno di studio,
conclusosi oggi, dal titolo: “La legge canonica nella vita della Chiesa. Indagine
e prospettive nel segno del recente magistero pontificio”. Questo dicastero aiuta
il Papa nel suo compito di principale promotore, garante e interprete del diritto
della Chiesa.