Accorato appello per il dramma umanitario di Haiti
“L’unico modo di dare un aiuto al popolo di Haiti è quello di condividere le loro
sofferenze”. Così una delegazione dell’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”
rivolge un appello in favore del piccolo Paese latinoamericano, lacerato e sfinito
da lunghi anni di instabilità politica. Il servizio di Luis Badilla:
La comunità
ecclesiale e insieme quella internazionale sono chiamate “ad amare questo popolo che
si sente dimenticato e addirittura rifiutato” ribadisce l’associazione commentando
la situazione del Paese caraibico, tra i più poveri del mondo e il più instabile politicamente.
In pochi sembrano voler ricordare le sofferenze di questo piccolo Paese, dove il 75%
degli abitanti (8.500.000 circa) “vive” al di sotto della soglia della povertà, e
dal quale, negli ultimi 15 anni, è fuggita almeno il 20% della popolazione, diretta
verso gli USA, il Canada, “o verso la morte nel cuore del Mare caraibico”. Pochi ricordano
che ad Haiti circa il 6% della popolazione è contagiata dal virus dell’HIV e quasi
nessuno dispone dei farmaci necessari. Tra loro numerosi sono i bambini, i neonati
e gli adolescenti. In sostegno della popolazione l’organizzazione “Aiuto alla Chiesa
che soffre” finanzia e porta avanti ad Haiti 60 progetti nell’ambito della promozione
umana e del supporto al lavoro pastorale delle diocesi, in alcune delle quali si registra
una crescita delle vocazioni. Mons. Louis Kébreau, vescovo di Hinche, neo presidente
della Conferenza episcopale, incontrando alcune settimane fa la delegazione dell’associazione,
ha confermato quanto “sia delicata la situazione in cui vive il Paese. In molte parrocchie
lontane dalle città la povertà è tale che i preti, così come i fedeli e gli abitanti,
spesso non hanno cibo. Anzi, quel poco che c’è viene condiviso privilegiando bambini
e anziani”. “Siamo nel cuore della notte - ha aggiunto mons. Kébreau - ma proprio
per questo abbiamo tanta speranza: alla fine del buio c’è sempre la luce dell’alba”.
Tra i segni di speranza e di fiducia per il futuro il presidente dei vescovi haitiani
ha ricordato la grande fede e l’impegno apostolico dei cattolici, in particolare dei
giovani, così come l’aumento delle vocazioni sacerdotali e religiose. “L’8 dicembre
scorso - ha concluso mons. Kébreau - oltre 20 mila haitiani hanno partecipato insieme
all’episcopato e alle autorità dello Stato all’atto di affidamento della nazione a
«Nuestra Señora del Perpetuo Socorro», un momento di grande gioia e comunione presieduto
da oltre 100 sacerdoti. Quello stesso giorno abbiamo dato inizio alla Grande missione
continentale voluta dalla Conferenza di Aparecida. Inoltre, nel luglio scorso, più
di 6 mila giovani hanno preso parte al primo Congresso della gioventù haitiana”.