2008-01-24 14:57:55

Vivace dibattito in Italia dopo l'intervento del Tar del Lazio sulla legge 40 sulla procreazione assistita


In Italia fa discutere la bocciatura da da parte del Tar del Lazio di una parte delle linee guida di accompagnamento alla legge 40 sulla fecondazione artificiale, considerate dai giudici frutto di “eccesso di potere”. La sentenza riguarda in particolare il passaggio in cui si spiega che ogni indagine relativa allo stato di salute degli embrioni creati in vitro deve essere solo di tipo osservazionale. Il Tar solleva inoltre la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 14 della legge 40 che vieta la produzione di più di 3 embrioni e il congelamento degli embrioni stessi, con conseguente obbligo di impianto: il giudizio è rimesso nelle mani dei giudici della Corte Costituzionale. Ma torniamo alla bocciatura delle linee guida. Paolo Ondarza ha intervistato Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica.RealAudioMP3


R. – Quando il Tar dichiara che un regolamento – e le linee guida sono un regolamento – pecca di eccesso di potere, significa che a giudizio del giudice amministrativo ci sono troppi divieti nelle linee guida, che mancherebbero nella legge 40. Ovviamente ci sarà tempo per valutare giuridicamente questa sentenza, ma è evidente che criticare o dichiarare nulle le linee guida non intacca sotto nessun profilo i principi fondamentali della legge e, in particolare, il profilo, secondo il quale, l’interesse alla vita del nascituro deve essere rigorosamente protetto.

 
D. – La sentenza solleva anche la questione di legittimità costituzionale della legge 40...

 
R. – Sulla legge 40 rimane aperto in Italia un dibattito vivacissimo di carattere fondamentalmente ideologico, più che bioetico, che non accenna a sopirsi. Paradossalmente potrebbe essere utile una parola definitiva della Corte Costituzionale in materia, almeno per far cessare questo continuo stillicidio di polemiche, che sicuramente mantengono inquieto il panorama della fecondazione assistita in Italia. Io non ritengo che ci siano autentiche ragioni di legittimità costituzionale nella legge 40. Ritengo cioè che la legge 40 sia pienamente compatibile con i principi costituzionali, perchè è una legge che garantisce in modo forte e nitido gli interessi di tutti i soggetti coinvolti nella fecondazione artificiale. E c’è da augurarsi che il governo, come è suo dovere, usi migliori avvocati e si impegni fino in fondo, perché la Corte Costituzionale riconosca la costituzionalità di questa legge.

 
D. – La legge 40 non è una legge che soddisfa i cattolici, ma comunque ha il merito di aver messo ordine. Ora che rischi corre di fronte all’esame della Corte Costituzionale?

 
R. – I principi che governano la legge 40 sono tutto sommato molto saggi, anche nelle parti che potrebbero apparire più macchinose, come il divieto di fecondare più di tre ovociti o il ricorso solo in ultima istanza al congelamento degli ovociti medesimi. Temo, invece, che se si facesse strada nella Corte Costituzionale una falsa idea che la soppressione intenzionale consapevole di un embrione malformato diventa una terapia, allora veramente la legge potrebbe cadere, ma potrebbe anche cadere quel poco di onestà intellettuale residua che si ha nel dibattito bioetico.







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