Musica sacra di scena questa sera al Teatro Olimpico di Roma con composizioni di Scarlatti
e Melani
La Roma barocca e la Cappella Liberiana: un periodo aureo per la musica sacra rivive
questa sera nella stagione dell’Accademia Filarmonica Romana con l’ensemble Concerto
Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini al Teatro Olimpico di Roma. In programma
la Messa per il Santissimo Natale di Alessandro Scarlatti e le Litanie per la Beata
Vergine Maria di Alessandro Melani, composte espressamente per la Basilica di Santa
Maria Maggiore, assieme alla Missa Romana detta «di S. Emidio» di Giovanni Battista
Pergolesi. Arianna Voto: Tre
capolavori della musica sacra riconsegnati alla città che ne fu testimone e mecenate,
ispirando con il sontuoso barocco dei palazzi e la spiritualità delle sue chiese compositori
autoctoni e di passaggio. Il programma concepito dal maestro Rinaldo Alessandrini
ripristina il collegamento originario fra repertorio e luogo di genesi:
R.
– Una maggior precisione vorrebbe che potessero essere ascoltati durante la liturgia,
durante una Messa, e questo sicuramente ne chiarirebbe sia la funzionalità che la
bellezza. Poi, fondamentalmente, ascoltare una Messa di Scarlatti, scritta per Santa
Maria Maggiore, durante una Messa in Santa Maria Maggiore, sarebbe veramente come
poter fare un salto di 300 anni nel passato. E’ un collegamento che sicuramente potrebbe
rendere giustizia a queste opere, ricollocandole quanto meno nelle acustiche originali,
quindi, restituendone l’immagine primitiva.
D. -
In quale contesto nascevano queste composizioni liturgiche?
R.
– Ogni chiesa aveva una cappella, nel senso che doveva forzatamente essere dotata
comunque di un apparato musicale, perché la musica aveva un tipo di considerazione
sicuramente diversa da oggi: era un elemento di grosso intrattenimento. Si trattava
in realtà di veri e propri concerti. Le Chiese erano dei teatri gratuiti, in un certo
senso. Quanto più la qualità della musica era migliore, tanto più la chiesa era piena.
E fra le Cappelle Musicali, proprio a quella della
Basilica di Santa Maria Maggiore ha attinto il musicologo Luca Della Libera
per riportare alla luce e trascrivere le partiture di Scarlatti e Melani in concerto:
R.
– E’ un archivio ricchissimo. Parliamo di qualcosa come di circa 5 mila manoscritti,
dal ‘500 ad oggi, cioè sostanzialmente tutta la produzione dei vari maestri di cappella
che si sono succeduti nel magistero della Cappella Liberiana. Quindi, ci sono anche
nomi molto noti. Ovviamente, il più importante è quello di Giovanni Pierluigi da Palestrina,
che fu prima putto cantore nella basilica, poi maestro anche, se per pochi anni, intorno
agli anni ’60 del ‘500, e poi l’altro grande nome è quello di Alessandro Scarlatti,
che vi lavorò nei primi anni del ‘700.