Il governo boliviano ha chiesto l’aiuto della comunità internazionale per fare fronte
all’emergenza nazionale provocata dalle inondazioni che nelle ultime ore hanno letteralmente
sommerso alcuni centri abitati nel Tropico di Cochabamba, al momento il più colpito.
Finora il bilancio ufficiale aggiornato parla di 28 morti e 21.500 famiglie disastrate
(ogni nucleo è composto in media da tre o quattro persone); ieri nella capitale La
Paz, lo straripamento di un fiume in un quartiere residenziale nel sud della città,
ha causato un morto e due ‘desaparecidos’, mentre a Puerto Villarroel, nella regione
di Cochabamba, riferisce l'Agenzia Misna, gli abitanti sono stati costretti a rifugiarsi
sui tetti delle case quando il livello delle acque dei fiumi che scorrono nella zona
si è innalzato fino a un metro e 80 centimetri sopra quello abituale. “In questo momento
Puerto Villarroel, che conta 2000 abitanti, è la nostra priorità: abbiamo sospeso
ogni altra nostra attività per dedicarci esclusivamente all’evacuazione dei residenti”:
ha detto il portavoce della Forza navale boliviana, Ricardo Veizaga Crespo. “Ci sono
molti villaggi isolati; quello che ci preoccupa ora è salvare vite. La situazione
è disperata” ha dichiarato il sindaco della località, Porfirio Quispe. Il ministro
della Difesa, Walker San Miguel, ha chiesto l’assistenza della cooperazione internazionale
“affinché siano inviati tecnici che valutino le principali necessità”. A Brasile e
Cile, San Miguel ha chiesto l’ausilio di elicotteri per trarre in salvo gli alluvionati,
soprattutto nelle regioni del Chapare (centro), Santa Cruz (est), Beni (nord-ovest)
e Chuquisaca (sud). (R.P.)