Sono state presentate ieri a Los Angeles, come ormai vuole la tradizione, le cosiddette
cinquine dei premi Oscar: poche sorprese, se non l’esclusione del regista italiano
Giuseppe Tornatore, e molta attenzione sia ai contenuti dei film sia alle grandi interpretazioni
di tutti gli attori e le attrici in gara. L’Oscar quest’anno sembra tenga in considerazione
anche i contenuti e non solo la qualità artistica e tecnica: per questo sorprende
come l’intenso, doloroso e difficile 'Lo scafandro e la farfalla' di Julian Schnabel
concorra addirittura per quattro statuette, tra cui quelle per la miglior regia e
la miglior sceneggiatura non originale; sorprende come la tragica e musicalissima
vita di Edith Piaff possa essere ricordata come una delle migliori biografie cinematografiche
grazie all’interpretazione indimenticabile di Marion Cotillard, che concorre come
migliore attrice: in 'La vie en rose' ha operato una stupefacente trasformazione,
più sensazionale certo delle altre contendenti, tra le quali si piazza una doppia
Cate Blanchett per la sua regina Elisabetta come protagonista e per il ruolo maschile
di Bob Dylan in 'Io non sono qui come non protagonista'. Gareggia, vale la pena ricordarlo,
con una vera outsider, Ruby Dee, una anziana attrice di colore mai nominata ma di
ottimo spessore: in 'American Gangster' interpreta la mamma, divisa nei sentimenti,
di un potentissimo trafficante di droga. Più avvincente, però, la cinquina dei migliori
attori protagonisti, perché sono tutti eccezionali, a cominciare dal padre del soldato
americano interpretato da Tommy Lee Jones in 'La Valle di Elah' e dal tenebroso petroliere
di 'There will be blood'. E poi i premi maggiori, attenti a non tradire i generi,
suddivisi come sono tra epica e storia, attualità e commedia di genere. Ecco perché
sono stati inseriti titoli come il bel 'Michael Clayton', sugli scandali perpetrati
da una multinazionale e 'Juno', che sorridendo narra di una adolescente alle prese
con una imprevista maternità. I fratelli Cohen ancora si piazzano, con otto nominations,
tra i grandi del cinema, per la loro assoluta originalità, dimostrata ancora una volta
nel dolente 'Non è un Paese per vecchi,' mentre è davvero preziosa la candidatura
della trasposizione cinematografica del romanzo di Ian McEwan 'Espiazione', uno dei
più felici connubi tra cinema e letteratura. Infine, l’Oscar straniero guarda con
insistenza all’Europa dell’est: torna a gareggiare il polacco Andrzej Waida, insieme
al russo Mikhalkov e il kazako Bodrov. Serata degli Oscar, sciopero degli sceneggiatori
permettendo, al Kodak Theatre di Los Angeles il prossimo 24 febbraio. (A cura di
Luca Pellegrini)