2008-01-23 15:16:13

Lo spettro della crisi all'apertura del Forum economico mondiale di Davos


Timori di recessione, crisi del credito, l'impatto pesante sui mercati e sulla fiducia: in quest’atmosfera estremamente delicata dell'economia si è aperto oggi il Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera. Partecipano a questo evento, che prevede la presenza di 1.370 amministratori delegati e presidenti di società, 27 capi di Stato o di governo, 113 ministri, oltre a personalità del mondo accademico, culturale, religioso. All'economista Riccardo Moro, direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Conferenza episcopale italiana, Stefano Leszczynski ha chiesto quanto l’attuale crisi inciderà sulle tematiche del Forum di Davos:RealAudioMP3


R. - In realtà nell’agenda di Davos ci saranno anche altre cose, non tanto la discussione sul pessimismo o l’ottimismo sul futuro quanto, piuttosto, la questione sui contenuti di alcuni rapporti che sono stati recentemente presentati. In modo particolare ci sarà un approfondimento sulla questione dell’acqua, una delle più delicate nelle relazioni internazionali oggi e nelle relazioni nord-sud: vi è una forte spinta soprattutto dal mondo delle imprese, ma anche da molti governi, per una generalizzata privatizzazione del mercato dell’acqua; c’è dietro l’idea che l’acqua sia un bisogno e, come tale, possa essere negoziato e distribuito attraverso meccanismi di mercato.

 
D. - Uno dei temi che si dovrebbero risolvere nel corso di questo forum economico è quello dei negoziati di Doha...

 
R. - La possibilità che vengano risolti, nella sede di Davos quantomeno, mi pare troppo ottimista. Sulla questione del Doha Round, l’Organizzazione Mondiale del Commercio non riesce, da diversi anni, a concludere l’accordo proprio per le diversità di posizione tra nord e sud nell’accostarsi alle regole per lo scambio di vari prodotti. Io non credo che nessuno possa permettersi oggi di dire che debba essere cancellata dall’agenda internazionale l’idea di arrivare ad un’intesa generale su questi temi. Non credo si possa rinunciare ad un accordo che consenta anche di affrontare tematiche come la sicurezza alimentare e il finanziamento dello sviluppo negli accordi per il commercio internazionale.

 
D. - La società civile quest’anno non sembra così coinvolta nel dibattito sull’economia mondiale...

 
R. - Direi di no. Non è stato organizzato un singolo altro forum per scelta perché contemporaneamente il 26 gennaio, in tutto il mondo, ci saranno numerosissime iniziative; saranno tutte collegate in rete grazie allo strumento di internet, per rendere in qualche modo vivo e visibile il movimento della società civile. Sarà più visibile non in una città sola, come era avvenuto negli anni scorsi, ma in tutte le parti del mondo. Lo scopo è di permettere, dunque, una partecipazione maggiore.







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