2008-01-22 14:22:54

Presentato il Convegno in Vaticano per celebrare il 25.mo di promulgazione del Codice di diritto canonico


Si è tenuta stamani in Sala Stampa vaticana la conferenza di presentazione del Convegno "La legge canonica nella vita della Chiesa. Indagine e prospettive, nel segno del recente Magistero Pontificio", che si terrà nei giorni 24 e 25 gennaio nell’Aula del Sinodo in Vaticano. Occasione dell’evento è il 25.mo anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico. Alla presentazione sono intervenuti mons. Francesco Coccopalmerio e mons. Juan Ignacio Arrieta rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


Rivedere il corpo centrale dell’ordinamento legislativo della Chiesa, tenendo conto degli apporti dottrinali del Concilio Vaticano II. Con questo obiettivo, il 25 gennaio del 1983, veniva promulgato da Giovanni Paolo II il Codice di Diritto Canonico. Un testo, ha sottolineato mons. Francesco Coccopalmerio, frutto di un lungo lavoro di revisione del Codice del 1917. Il capodicastero vaticano ha ribadito che un Codice di diritto canonico è innanzitutto “un indicatore di doveri e diritti insiti nella persona dei fedeli oppure nella struttura della Chiesa per statuizione di Cristo stesso”. Quindi, si è soffermato sulle caratteristiche del testo promulgato 25 anni fa:
 
“È un canone programmatico da cui vengono poi tante determinazioni concrete riguardanti tutti i fedeli e specialmente i fedeli laici: tutti sono chiamati a essere attivi nella Chiesa, a compiere per tale motivo le celebrazioni liturgiche, l’insegnamento, il governo, ciascuno evidentemente nel suo grado, ma tutti in posizione attiva”.
 
Mons. Coccopalmerio ha così ricordato l’importanza del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi chiamato non solo all’interpretazione delle norme, ma anche a coadiuvare il Papa nell’applicazione corretta delle leggi vigenti e nel mantenere la legislazione completa e aggiornata. Dal canto suo, mon. Juan Ignacio Arrieta ha rivolto il pensiero al Convegno in Vaticano. Un evento, ha detto, che volutamente non avrà solo un taglio dottrinale e accademico. Si vuole invece compiere un’indagine propositiva sull’andamento e sull'applicazione del Codice stesso. Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Coccopalmerio ha sottolineato che i progressi ecumenici, specie con gli ortodossi, porranno certamente a confronto le diverse tradizioni canoniche. Quindi, ha ribadito la posizione della Chiesa sull’aborto:

 
“Penso che la Chiesa rimanga ferma nella sua dottrina riguardante questo delitto e quindi credo che non si possano ipotizzare cambiamenti di nessun tipo”.
 
Una domanda ha poi riguardato il rapporto tra formazione dei sacerdoti e diritto canonico, in particolare di fronte alle sfide dei nostri tempi. Ecco la riflessione di mons. Coccopalmerio:

 

 
“Coloro che devono vegliare e far rispettare il diritto, devono essere anche nella loro formazione personale, nel seminario, particolarmente consapevoli della loro missione, perciò l’intervento della Chiesa nella formazione di coloro che vengono formati nel seminario è importante”.

 
Mons. Arrieta ha poi rammentato che Benedetto XVI, nella Deus Caritas est, indica una lacuna del Codice a proposito delle iniziative caritative della Chiesa. Per esempio, riguardo alla trasparenza di gestione e all’uso del termine cattolico per le organizzazioni assistenziali. Di qui, ha detto, risulta evidente la necessità di una revisione costante del testo. Mons. Arrieta ha sottolineato che sono diverse le Congregazioni coinvolte e i porporati che interverranno al Convegno, appuntamento che conta ben 700 iscritti. La relazione conclusiva del Convegno spetterà al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. A conclusione dei lavori, i partecipanti all’incontro saranno ricevuti in udienza dal Papa.







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