INDIA Il cardinale Gracias invita al dialogo, mentre i cristiani in Orissa vivono
ancora nella paura
NEW DELHI, 22 gen 08 - La comunità cristiana nello Stato indiano dell’Orissa continua
a vivere nella paura. Secondo fonti della Chiesa locale, dopo le violenze scoppiate
lo scorso Natale nel distretto di Kandhamal, i cristiani continuano a subire intimidazioni
da parte di militanti indù. Diverse testimonianze parlano di tentativi di conversioni
forzate all’induismo e di minacce di morte. Alcuni di questi episodi sono stati anche
denunciati alla polizia. Intanto, è ormai accertato che le violenze, che hanno causato
la morte di sei persone, qualche migliaio gli sfollati, la distruzione o il danneggiamento
di centinaia di immobili, siano state un’azione premeditata e organizzata da militanti
indù con una precisa copertura politica. Tutti segnali che fanno presagire una nuova
fiammata di violenze incontrollate, come paventato dai vescovi intervenuti più volte
in queste settimane a vari livelli per chiedere che venga garantita l’incolumità e
i diritti civili dei cristiani. E un nuovo appello al dialogo interreligioso in India
è venuto oggi dal Presidente della Conferenza episcopale indiana (CBCI), cardinale
Oswald Gracias. L’occasione è stata il lancio a New Delhi della Global Foundation
for Civilizational Harmony (GFCH), un’iniziativa concepita per promuovere il dialogo
e lo scambio di idee tra istituzioni e personalità religiose e del mondo della cultura.
“Le religioni - ha detto l’arcivescovo di Bombay ai presenti - hanno tanto in comune:
sta a noi decidere se mettere insieme le nostre forze per unirci o dividerci. Abbiamo
molto più in comune di quanto immaginiate: costruiamo dunque insieme l’India”, ha
concluso il cardinale. (Ucan; CBCI site– ZENGARINI)