2008-01-21 15:19:01

Nuovi scontri e vittime in Kenya


Non accenna a diminuire lo scontro politico in Kenya, scatenatosi di recente dopo le contestate elezioni che hanno visto la riconferma del presidente, Mwai Kibaki. Anche oggi si registrano nuove vittime in seguito a scontri di piazza. A fronteggiarsi, sono i sostenitori dell’oppositore, Raila Odinga, che è di etnia Luo, e quelli del capo dello Stato, che è di etnia Kykuyo. E molti osservatori cominciano già a parlare apertamente di “pulizia etnica”, riferendosi a quanto sta avvenendo nel Paese africano. Giancarlo La Vella ne ha parlato con padre Mariano Tibaldo, missionario comboniano, da anni nel Paese africano:RealAudioMP3

R. - Quando si parla di pulizia etnica, si pensa immediatamente al Rwanda, mentre qui abbiamo delle condizioni diverse. Parlare di pulizia etnica mi sembra troppo azzardato: diciamo che diversi gruppi etnici, soprattutto i due più grandi gruppi etnici del Kenya, cioè i Kikuyu e Luo, in questo momento hanno delle difficoltà forti che vanno indietro nel tempo Kenyatta. Questa parola “pulizia etnica” la stanno usando i politici da una parte o dall’altra per avere le simpatie del mondo. Allo stesso tempo, quello che sta succedendo in Kenya adesso non è nuovo, perché si è continuamente ripresentato durante le elezioni del ’92, sia nelle elezioni del ’97.

D. - Rimanendo allora nell’ambito di uno scontro che è politico, quali sono le vie praticabili verso la pacificazione?

R. - Il grosso problema è nelle bidonville, nelle baraccopoli di Nairobi, nelle zone povere del Kenya. Quindi il vero problema è un po’ tutto: il lato etnico, naturalmente, ma anche il lato sociale e quello politico. Cosa riserverà il futuro? Io penso che l’unica cosa da mettere in atto sia il dialogo, il dialogo tra i due partiti. Finora, purtroppo, nessuno ha voluto dialogare in maniera coerente e in maniera onesta, perché nel dialogo bisogna anche saper perdere qualcosa e nessuno dei due sembra intenzionato a farlo. Finché persiste una situazione così di stallo, non si può parlare di dialogo: ma il dialogo resta l’unica possibilità, l’unica soluzione.








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