La drammatica situazione dei cristiani in Iraq al centro dell'assemblea della ROACO
Iniziano domani in Vaticano i lavori dell’assemblea semestrale della ROACO, la Riunione
delle Opere di Assistenza alle Chiese Orientali. Tra i temi al centro dell’incontro
la drammatica situazione dei cristiani in Iraq. Giovanni Peduto ne ha parlato
con il segretario generale della ROACO, mons. Leon Lemmens:
R. –
Certo, la situazione dei cristiani in Iraq è drammatica, lo sappiamo. Si pensa che
più della metà dei cristiani iracheni ha lasciato il Paese, ed ora si trovano soprattutto
in Siria e in Giordania, in parte anche in Libano, in Turchia ... E lì stanno proprio
male, perché sono bloccati, non hanno un futuro economico, umano, nemmeno hanno uno
statuto legale, possono essere rimandati in Iraq ogni giorno ... Però, non è ancora
il momento di tornare in Iraq, lo sappiamo bene; abbiamo sentito anche ultimamente,
nelle ultime settimane, attentati dinamitardi contro le chiese in varie città dell’Iraq
... Ecco, dunque, questa è una situazione che ci preoccupa molto. Ma anche all’interno
dell’Iraq stesso, ci sono cristiani che sono rifugiati dal Sud o da Baghdad verso
il Nord, verso il Kurdistan; ci possono vivere, materialmente, per il momento, perché
sono aiutati dal governo regionale del Kurdistan iracheno; ma anche lì mancano un
po’ le prospettive a lungo termine. E certo, proprio durante questa riunione della
ROACO, noi vogliamo focalizzare la nostra attenzione sulla situazione dei cristiani
iracheni: come possiamo aiutarli? Questo sarà veramente il centro dell’attenzione
della prossima ROACO.
D. – L’attenzione della ROACO
continuerà poi ad essere rivolta ai cristiani in Terra Santa…
R.
– Certo che i cristiani in Terra Santa stanno a cuore della ROACO da sempre, perché
la terra di Gesù è la terra che ci ha dato la fede anche tramite la prima comunità,
ma anche perché le Chiese in queste terre hanno una grande eredità; inoltre, loro
rappresentano la presenza viva della Chiesa in questa terra di Gesù, che propongono
l’accoglienza, che danno il senso cristiano di questa terra. Noi sappiamo tutti che
la loro situazione certamente non è facile, soprattutto perché c’è la situazione di
non-pace – diciamo così – ancora, tra Israele e Palestina, e soprattutto la situazione
dei cristiani nella zona palestinese è molto preoccupante, per la mancanza di libertà
di movimento e quindi anche la mancanza di una prospettiva per un futuro “umano” per
i giovani che tendono ad andare via. Dunque, la ROACO da sempre – e anche oggi – continua
a sostenere tanti progetti, tanto in Israele, d’altronde, dove c’è una bella comunità
cristiana, soprattutto in Galilea, quanto in territorio palestinese. Penso, per esempio,
alla Betlehem University, che è stata anche fondata dalla ROACO e dove oggi studiano
più di 2 mila giovani palestinesi di cui almeno un terzo sono cristiani. E’ una realtà
molto bella, di alto livello.
D. – Naturalmente,
in ogni riunione della ROACO voi pensate anche ai progetti da portare avanti ... ce
ne può citare qualcuno in particolare?
R. – Io penso,
per esempio, al Libano: il Libano ha avuto questa guerra, nell’estate 2006, tra Hezbollah
ed Israele, e in questa guerra sono stati danneggiati tantissimi edifici della Chiesa,
delle varie Chiese presenti nel Sud del Libano; sono chiese ma sono anche scuole,
ospedali ... Allora, all’interno della ROACO è stato compiuto uno studio sui danni
subiti, sono stati raccolti tutti i dati e tra le agenzie è stato preparato un piano
di aiuti per restaurare tutti questi edifici. Credo che questa sia una cosa molto
bella e anche molto apprezzata dai cristiani in Libano, perché proprio nel Sud del
Libano vivono i cristiani più poveri del Libano, quelli più esposti alla guerra e
ad atti di terrorismo da tantissimi anni ...
D. –
Oltre che delle Chiese cristiane del Medio e Vicino Oriente, di quali altre Chiese
si occupa la ROACO?
R. – La ROACO si occupa di tutte
le Chiese orientali cattoliche, dunque per esempio pensiamo all’Est europeo, alla
Chiesa ucraina, alla Chiesa cattolica anche in Romania, la Chiesa cattolica in Slovacchia,
in Bulgaria, in Grecia, in Turchia, anche ... Poi, c’è anche l’area dell’India, il
Kerala, dove ci sono due belle chiese cattoliche di rito orientale, la Chiesa malabarese
e la Chiesa malankarese, che sono ambedue ben fiorenti, vanno molto bene, hanno molte
vocazioni, hanno migliaia di vocazioni tanto per il sacerdozio tanto per la vita religiosa:
dunque ci sono immensi bisogni di costruzione e di mantenimento di case di formazione,
di seminari ma anche di noviziati ... Questo è un ingente sforzo! Poi, queste Chiese
hanno anche una grande presenza in campo umanitario, tramite dispensari, cliniche,
scuole e anche loro, dunque, bussano alla porta della ROACO per essere aiutate in
questo sforzo umanitario che è rivolto a tutta la gente, a tutte le persone che vivono
in quell’area. Infine, c’è anche la zona dell’Eritrea e dell’Etiopia, due Paesi tra
i più poveri al mondo, dove la Chiesa cattolica orientale non è tanto grande, però
ha una presenza molto significativa. Per esempio, in Eritrea è la Chiesa cattolica
orientale che gestisce quasi metà delle scuole e metà degli ospedali e dei dispensari.
Dunque, pur essendo nel Paese una piccola minoranza, è una presenza di grande importanza
per il Paese; però, loro sono poveri ed hanno bisogno di essere aiutati e molto. E
le nostre agenzie lo stanno facendo, a beneficio di tutta la popolazione tanto provata.