2008-01-20 15:00:08

In 200 mila all'Angelus dopo la vicenda della "Sapienza". Benedetto XVI: costruiamo insieme una società "fraterna e tollerante". Gli universitari rispettino sempre "le opinioni altrui"


“Vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene”. Con queste parole, Benedetto XVI ha salutato l’enorme folla che sin dalle prime ore di questa mattina si è radunata sotto la finestra del suo studio, in Piazza San Pietro, per manifestare solidarietà al Pontefice, al termine di una settimana che lo aveva visto costretto a non recarsi all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università “La Sapienza” di Roma, per le recise proteste di un piccolo gruppo di docenti e studenti. Dopo aver invitato, prima dell’Angelus, a pregare con forza, senza mai stancarsi, “per l’unità dei cristiani, il Papa si è soffermato sulla vicenda dei giorni scorsi manifestando stima e affetto agli studenti della “Sapienza”, ribadendo però che l’ambiente accademico è aperto, per sua natura, “alla ricerca della verità”, al “confronto”, al “dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni”. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3


Alla fine, l’appello del cardinale Camillo Ruini ha scaldato il cuore di 200 mila persone. Un normale Angelus di una normale domenica si è trasformato in evento ecclesiale fuori programma, anche se atteso. E che ciò che si pronosticava sarebbe stato tale, nelle dimensioni e negli intenti, lo si era capito già alle otto di stamattina quando, in una Piazza San Pietro solitamente deserta a quell’ora, entrava una sparuta avanguardia di quello che, già tre ore dopo, un’ora prima dell’Angelus, sarebbe diventata una distesa di volti giovani e meno giovani, di striscioni, di “viva il Papa!”, di cori, di canti, tutti intonati a un unico concetto: siamo qui perché vogliamo bene a Benedetto XVI, perché desideriamo stringerci in preghiera con lui, senza nessuna “ripicca” verso chi, nei giorni passati, ha cercato di oscurarne presenza e parola. E il Papa, dopo aver offerto un pensiero sulla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, guardando la folla ammassata tra il colonnato e il presepe monumentale della piazza, ha cominciato con queste parole:

 
“Desidero anzitutto salutare i giovani universitari - che sono tanti, grzie per la presenza! - i professori e voi tutti che siete venuti oggi così numerosi in Piazza San Pietro per partecipare alla preghiera dell’Angelus e per esprimermi la vostra solidarietà”. (applausi)

 
“Solidarietà”: questa la parola che ha suscitato la chiamata a raccolta del cardinale Ruini - ringraziato da Benedetto XVI - e la parola che ha spinto decine di migliaia di persone a lasciare la propria casa, da tutta Italia, per radunarsi sotto una delle finestre più celebri del mondo. Solidarietà ma anche il desiderio di ascoltare dal vivo quella parola negata giorni addietro all’Università “La Sapienza” di Roma. E quella parola sulla vicenda non si è fatta attendere:

 
“Conosco bene questo Ateneo, lo stimo e sono affezionato agli studenti che lo frequentano: ogni anno in più occasioni molti di essi vengono ad incontrarmi in Vaticano, insieme ai colleghi delle altre Università. Purtroppo, com’è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia. Ho soprasseduto mio malgrado, ma ho voluto comunque inviare il testo da me preparato per l’occasione. All’ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l’amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni”.

 
E dal momento che tutto ciò, ha proseguito, “è anche missione della Chiesa, impegnata a seguire fedelmente Gesù, Maestro di vita, di verità e di amore”, il Papa ha chiuso questa pagina con un augurio frutto di un’intensa esperienza accademica:

 
“Come professore, per così dire, emerito che ha incontrato tanti studenti nella sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene”.
 
In precedenza, Benedetto XVI aveva, come sempre in questo periodo dell’anno, dedicato una riflessione alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si concluderà il 25 gennaio con i Vespri solenni, presiduti dal Papa stesso nella basilica di S. Paolo fuori le Mura. Ricordando i 100 anni di questo periodo che all’inizio dell’anno vede spiritualmente vicini in preghiera cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti, il Pontefice ha affermato:

 
“Abbiamo tutti il dovere di pregare e di operare per il superamento di ogni divisione tra i cristiani rispondendo all’anelito di Cristo “Ut unum sint”. La preghiera, la conversione del cuore, il rafforzamento dei vincoli di comunione formano l’essenza di questo movimento spirituale, che ci auguriamo possa condurre presto i discepoli di Cristo alla comune celebrazione dell’Eucaristia, manifestazione della loro piena unità”.

 
E ricordando che dall’invito di San Paolo, “pregate costantemente” - da cui il titolo della Settimana di preghiera 2008 - Benedetto XVI ha osservato che è da qui che “proviene la capacità di superare ogni egoismo, di vivere insieme in pace e in unione fraterna, di portare ognuno, di buon grado, i pesi e le sofferenze degli altri”:

 
“Non dobbiamo mai stancarci di pregare per l’unità dei cristiani!”.

 
Tra i saluti nella varie lingue, il Papa ha rivolto un’esortazione particolare ai rappresentanti delle scuole cattoliche presenti in Piazza per celebrare la Giornata loro dedicata dalla diocesi di Roma. “Nonostante le difficoltà che incontrate”, vi incoraggio - ha detto loro - “a continuare nel vostro lavoro che pone al centro il Vangelo, con un progetto educativo che punta alla formazione integrale della persona umana”. E, infine, dalla folla che non ha mai cessato di accompagnare con applausi e acclamazioni ogni sua parola, Benedetto XVI si è congedato con un ultimo augurio spontaneo:
 
“A tutti voi una buona settimana. Andiamo avanti in questo spirito di fraternità, di amore per la verità e per la libertà, nell’impegno comune per una società fraterna e tollerante. Grazie a voi tutti”. (applausi)

 

 
E proprio tra i 200 mila di Piazza San Pietro, c’era per noi Marina Tomarro a raccogliere impressioni e umori dei presenti. Ascoltiamoli:RealAudioMP3



R. - Siamo qui prima di tutto per pregare, perché siamo venuti ad un Angelus, e per manifestare il nostro affetto al Papa.

 
R. - Siamo stati giovedì scorso in una città universitaria "blindata" a pregare in cappella: oggi, credo siamo qui soprattutto per testimoniare la nostra fede e il nostro affetto per il Papa.

 
R. - Siamo qua per dimostrare che La Sapienza non è quel gruppo sparuto di persone che ha voluto prendere le parti e le parola per tutti, quando invece ci sono tante persone volevano che il Papa parlasse.

 
R. - Oggi siamo qui per testimoniare che un’altra parte della società crede in Cristo e crede che la sapienza venga dalla luce della fede.

 
D. - Cosa vuol dire per te la figura di Benedetto XVI nella tua vita?

 
R. - Nella mia vita la figura di Benedetto XVI ha un’importanza centrale, perchè mi aiuta sia spiritualmente, ma anche con la sua carità intellettuale, nei miei studi, nelle mie riflessioni e nel mio rapporto con gli studenti.

 
R. - Nella mia vita, il Santo Padre è un punto di riferimento fondamentale. Non c’è cattolicesimo senza Chiesa. Lui è il successore di Pietro, quindi è la pietra su cui la Chiesa si fonda ed è un punto di riferimento imprescindibile.

 
R. - Indubbiamente, il Santo Padre è sempre una figura di riferimento. Di conseguenza, per ogni cristiano, deve essere un punto fondamentale.

 
D. - Quale significato hanno avuto per te le parole pronunciate oggi da Papa Benedetto XVI all’Angelus?

 
R. - Io sono molto contenta delle parole del Santo Padre, perchè sia la tolleranza che la libertà e la verità sono le basi per una società fraterna.

 
R. - E’ stata come sempre una grande lezione da parte di un uomo straordinario, che è veramente profeta del vero. Ha indicato ad un immenso popolo, che si è stretto intorno a lui, qual è la strada da seguire.







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