2008-01-19 15:24:33

Crisi economico-finanziaria per gli ospedali gestiti dalle congregazioni religiose in Italia


I responsabili delle congregazioni religiose che gestiscono ospedali, case di cura e centri di riabilitazione in Italia, stanno protestando in questi giorni a causa della grave crisi economico-finanziaria in cui versano le loro strutture. Padre Pietro Cicinelli, superiore della provincia romana dei Fatebenefratelli, l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, si è espresso in tal senso: “Gli ospedali retti da associazioni religiose sono stati posti dallo Stato sullo stesso piano delle strutture pubbliche e sono stati previsti per tali centri sanitari criteri di finanziamento identici a quelli per il pubblico”. L’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio solo in Italia conta 20 strutture sanitarie e socio-assistenziali, tra le quali 9 ospedali classificati, ossia retti da congregazioni religiose, ed un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Secondo padre Cicinelli la crisi finanziaria è diventata inarrestabile dal 1995, anno in cui si è deciso di cambiare il sistema di finanziamento degli ospedali classificati. “Tra i motivi principali - secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire nelle parole di padre Cicinelli – c’è la mancata copertura degli oneri per i rinnovi biennali dei contratti di lavoro del personale degli ospedali classificati e il mancato adeguamento, almeno triennale, delle tariffe previste per le prestazioni erogate”. Alla preoccupazione dei Fatebenefratelli si è aggiunta quella dei Camilliani, altro storico ordine ospedaliero, fondato da San Camillo de’ Lellis. “Se dovesse continuare così per tutto il 2008 le nostre strutture saranno costrette a licenziare dipendenti e chiudere le strutture”, ha detto padre Emilio Blasi, direttore della Casa di Cura Villa Immacolata, in provincia di Viterbo. (C.C.)







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