2008-01-19 15:18:38

Aborti, separazioni e scarsi aiuti pubblici minano la famiglia in Spagna


Pubblicato nei giorni scorsi a Madrid dall’Istituto di Politica Familiare (IPF) il “Resoconto sull’evoluzione della famiglia in Spagna 2007” che denuncia la crisi dell’istituzione familiare imputandola tra l'altro all’incremento degli aborti. Secondo il rapporto, dal 1985, anno della legalizzazione della pratica, ne sono stati eseguiti più di un milione mentre ogni anno se ne registrano più di 100 mila. L’IPF ritiene difficile realizzare un vero ricambio generazionale: nel 2006 sono nati circa 90 mila bambini in meno rispetto al 1980, con un calo del 15,7%, nonostante l’incremento della popolazione, che, dal 1908 al 2006, è passata da 37 a 45 milioni di persone. Nello stesso tempo – aggiunge il documento – la Spagna continua ad invecchiare: uno spagnolo su sei ha più di 65 anni e il 5% della popolazione supera gli 80 anni. In questo quadro il numero di matrimoni diminuisce, mentre le separazioni sono aumentate dell’81% tra il 1996 e il 2006. Si calcola che si rompa un matrimonio ogni 6 minuti, con i divorzi che hanno superato quota un milione in Spagna: dal 2005, quando si è introdotto il ‘divorzio lampo’, al 2007 si è giunti a quasi 350 mila casi, raggiungendo in soli 27 mesi la stessa cifra ottenuta nei 102 mesi precedenti. Data questa situazione l’IPS non ha dubbi: serve “una vera politica integrale della famiglia, non esclusivamente assistenziale, che promuova la famiglia come istituzione, aiutando i genitori ad avere i figli che desiderano, integrando in modo realmente umano e costruttivo i diversi ambiti di sviluppo lavorativo e familiare”. Secondo le proposte dell’Istituto serve un ministero per la Famiglia per destinare maggiori risorse in questo ambito, seguendo lo spirito della Costituzione e allineando la Spagna agli standard europei. (E. B.)







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