Tensione in Vietnam per i beni espropriati alla Chiesa. Lettera dell’arcivescovo di
Hanoi
Sta crescendo la tensione in Vietnam per il problema dei beni espropriati alla Chiesa.
Il Governo, che sembra ignorare la questione, ha accusato l’arcivescovo di Hanoi,
Joseph Ngo Quang Kiet, di sfruttare la libertà di religione per sollevare proteste
contro le autorità cittadine, danneggiando i rapporti fra Vietnam e Vaticano. L’arcivescovo
ha risposto con una lettera indirizzata alla vicepresidente del Comitato popolare
della capitale, Ngô Thi Thanh Hang, per spiegare i motivi profondi delle pacifiche
manifestazioni che ormai da settimane vedono i cattolici riuniti nella protesta. La
lettera del 14 gennaio è giunta dopo che numerosi vescovi hanno espresso solidarietà
all’arcivescovo della capitale e in seguito alle dichiarazioni ufficiali delle autorità
pubbliche che accusano l’arcivescovo di abusare della libertà di religione per protestare
contro il Governo. In questo quadro, la risposta dell’arcivescovato e della Conferenza
episcopale: “da molti anni è stata richiesta la restituzione del terreno della Delegazione
apostolica. Si tratta di una proprietà contestata e quindi nessuna delle due parti
in causa ha il diritto di costruire o modificare lo stato del luogo prima di un giudizio
ufficiale. Quest’anno, invece, il complesso della Delegazione apostolica è stato costantemente
violato; l’organismo che lo gestisce provvisoriamente ha fatto costruire un ristorante
di due piani. Chi ha autorizzato la costruzione, ha commesso un errore. Se non c’è
stata l’autorizzazione, il fatto è ancora più grave”. “Restare in silenzio di fronte
alle violazioni compiute dall’organismo incaricato di gestire la Delegazione apostolica
e attribuire la responsabilità ai cattolici è dare prova di un estremo spirito partigiano”.
“Il problema di fondo – ha concluso l’arcivescovo - è la giustizia. Non desideriamo
altro che l’imparzialità del governo, perché la popolazione ritrovi la calma e viva
in pace e felicemente”. (C.C.)