La preoccupazione della Chiesa pakistana per le violenze che continuano a colpire
il Paese
La Chiesa pakistana esprime preoccupazione per la crescente insicurezza nel Paese,
colpito da numerosi attentati, e chiede all’esercito di evitare l’uso della forza.
In questo senso si è espresso il vicario generale dell’arcidiocesi di Karachi, mons.
Arthur Charles, per il quale gli attentati in Pakistan non sono il risultato di un
coinvolgimento di “forze esterne”, ma l’esito della frustrazione della popolazione
locale, “gente comune disperata – ha affermato - che non ha nulla per cui vivere”.
L’11 gennaio scorso, la Commissione Giustizia e Pace aveva condannato gli ultimi
atti di violenza verificatisi nel Paese ed aveva espresso vicinanza alle famiglie
delle vittime. “È triste constatare – annotava l’arcivescovo di Lahore e presidente
della Commissione, mons. Lawrence John Saldanha – che poliziotti e militari sono divenuti
bersaglio di numerosi attacchi kamikaze, mentre la sicurezza dei cittadini ed il controllo
della criminalità dipende proprio da loro”. Per questo, la Chiesa pakistana chiede
al governo di rivedere con urgenza le strategie in materia di sicurezza. Infine, la
Commissione Giustizia e Pace si appella alle forze di polizia perché non usino la
forza nelle aree colpite dagli attentati, ribadendo che il Pakistan “dovrebbe tornare
alla democrazia prima possibile ed il governo dovrebbe rivedere la propria politica
interna ed estera affinché la difesa dei diritti umani sia una priorità”. (I. P.)