Gaza: sempre più drammatica la situazione umanitaria
Nuova fiammata di violenza in Medio Oriente. Nella Striscia di Gaza continuano i raid
israeliani ed il lancio di razzi Qassam verso lo Stato ebraico. Una situazione che
rischia di degenerare sempre di più per la decisione di Israele di chiudere i valichi.
Si teme un’emergenza umanitaria. Il servizio di Benedetta Capelli:
Il premier
israeliano Ehud Olmert è stato chiaro ieri, parlando a Tel Aviv: ha detto che la guerra
continuerà fino a quando non cesseranno i lanci di razzi contro lo Stato ebraico.
Si riaccendono così i toni mentre a livello diplomatico continua il dialogo tra le
parti che ad Annapolis, negli Stati Uniti, avevano trovato un’intesa di massima per
un accordo di pace tra israeliani e palestinesi. C’è da capire allora quanto le perdite
sul terreno condizioneranno il dialogo appena ripreso. Anche oggi si registrano tre
vittime palestinesi, dopo le sette di ieri, in un raid aereo israeliano sulla zona
di Jabalya. L’operazione è scattata in risposta al continuo lancio di razzi Qassam
sulla città di Sderot che hanno provocato notevoli danni. Ieri sera Olmert ha compiuto
un sopralluogo sulla zona ed ha promesso agli abitanti del luogo aiuti materiali.
Il ministro della Difesa Barak ha ordinato la chiusura di tutti i valichi fra Israele
e Gaza, una misura che resterà in vigore alcuni giorni sia per quanto riguarda il
traffico di merci che il transito di persone. Nella zona vivono oltre un milione di
abitanti in condizioni di assoluta miseria. Il provvedimento ha fatto subito allarmare
le organizzazioni umanitarie che temono l’isolamento della Striscia di Gaza. Per l’agenzia
delle Nazioni Unite di sostegno ai profughi palestinesi, già la situazione era difficile
prima di questa nuova misura che non può far altro che complicare le cose. Un portavoce
dell’agenzia si è detto meravigliato del provvedimento proprio mentre si tenta il
rilancio del dialogo. “La chiusura dei valichi - ha precisato - non è certo nell’interesse
della pace”.