2008-01-18 14:25:23

Colombia: continua la mediazione della Chiesa per la liberazione di ostaggi delle FARC


“Abbiamo preso contatti con le FARC, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, e vogliamo andare avanti con la massima discrezione”. Così, ieri, il presidente della Conferenza episcopale colombiana, monsignor Luis Augusto Castro, vescovo della città di Tunja, a proposito degli ultimi contatti con la guerriglia per facilitare la liberazione di 44 ostaggi da tempo nelle loro mani. Secondo quanto si è appreso, dopo la richiesta indirizzata in questo senso alla Chiesa cattolica da parte del presidente Alvaro Uribe, questi contatti preliminari, dovrebbero condurre alla gestione di una “zona di incontro”, destinata a essere la sede per negoziare un accordo umanitario. Lunedì scorso il presidente colombiano Alvaro Uribe aveva detto: “La strada che la Colombia ha aperto è quella della creazione di una zona di incontro con la mediazione della Chiesa cattolica”. Monsignor Castro, ha confermato che si lavora con la guerriglia per analizzare il progetto di una “zona di incontro” con supervisione internazionale, in cui delegati di entrambe le parti, senza la presenza di uomini armati, possano procedere verso un accordo. Il presule ha precisato inoltre che è stato chiesto alle FARC di permettere alla Croce Rossa Internazionale di accedere ai campi per verificare lo stato di salute dei sequestrati. In realtà si questa proposta del presidente Uribe si sta lavorando dai primi di dicembre e le trattative non si sono mai interrotte. La Chiesa colombiana, da moltissimi anni, in diverse circostanze ha offerto i suoi servizi per dialogare con esponenti dei due principali gruppi guerriglieri (FARC ed ELN) onde “umanizzare” il conflitto e, soprattutto, trovare uno sbocco politico che consenta al Paese di recuperare le vie della pace, del rispetto reciproco e della riconciliazione. Tra l’altro, lungo questa strada, la Chiesa ha pagato altissimi prezzi di sangue con l’uccisione di due vescovi e diversi sacerdoti. Appare chiaro che nel futuro prossimo su questa gestione in corso calerà un silenzio doveroso come ha già fatto capire mons. Castro. Lo scorso 8 gennaio il vescovo emerito di Florencia e segretario della Conferenza episcopale mons. Fabián Marulanda, ha condiviso la decisione governativa d non autorizzare nuove missioni internazionali per facilitare la liberazione degli ostaggi e ha poi aggiunto: “Occorre mettere fine ad ogni tipo di protagonismo e abbassare il volume mediatico attorno ad una vicenda così dolorosa e triste”. Mons. Marulanda, nel respingere con sdegno “lo show mediatico che a volte accompagna la terribile vicenda umana delle vittime del flagello” dei sequestri, ha ribadito che la questione fondamentale “da non perdere mai di vista è la liberazione di queste persone, poiché si tratta di un’esigenza elementare del sentimento umanitario”. (L.B.)







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