Le polemiche sulla visita del Papa a La Sapienza hanno coinvolto il rapporto tra scienza
e fede e alcune frasi del Papa su Galileo. Ma cosa pensa in realtà Benedetto XVI di
Galileo? Ascoltiamolo dalla sua stessa voce in questo servizio di Sergio Centofanti:
“Il
grande Galileo ha detto che Dio ha scritto il libro della natura nella forma del linguaggio
matematico. Lui era convinto che Dio ci ha donato due libri: quello della Sacra Scrittura
e quello della natura. E il linguaggio della natura – questa era la sua convinzione
– è la matematica, quindi essa è un linguaggio di Dio, del Creatore”. Sono
le parole che il Papa ha pronunciato il 6 aprile 2006 incontrando i giovani in Piazza
San Pietro in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù. Benedetto XVI parla
di questo “grande” scienziato cattolico vissuto a cavallo tra il 1500 e il 1600 per
mostrare ai giovani l’armonia tra scienza e fede. Afferma che “la matematica … è una
grande, geniale invenzione dello spirito umano” e che “è veramente la chiave per comprendere
la natura” che è “strutturata in modo matematico”. La matematica e la struttura dell’universo
dunque – aggiunge - coincidono: e questo ci mostra “la struttura intelligente dell’universo”:
“Adesso
ci sono anche teorie del caos, ma sono limitate, perché se il caos avesse il sopravvento,
tutta la tecnica diventerebbe impossibile. Solo perché la nostra matematica è affidabile,
la tecnica è affidabile. La nostra scienza, che rende finalmente possibile lavorare
con le energie della natura, suppone la struttura affidabile, intelligente della materia”.
Dietro la coincidenza sorprendente di queste due intelligenze,
quella della scienza e quella della struttura dell’universo – prosegue il Papa – appare
un’unica intelligenza “a monte di entrambe”, “appare il disegno della Creazione”.
E a questo punto – afferma – “ci sono solo due opzioni”: “Dio o c’è o non c’è”:
“O
si riconosce la priorità della ragione, della Ragione creatrice che sta all’inizio
di tutto ed è il principio di tutto - la priorità della ragione è anche priorità della
libertà – o si sostiene la priorità dell’irrazionale, per cui tutto quanto funziona
sulla nostra terra e nella nostra vita sarebbe solo occasionale, marginale, un prodotto
irrazionale - la ragione sarebbe un prodotto della irrazionalità. Non si può ultimamente
“provare” l’uno o l’altro progetto, ma la grande opzione del Cristianesimo è l’opzione
per la razionalità e per la priorità della ragione. Questa mi sembra un’ottima opzione,
che ci dimostra come dietro a tutto ci sia una grande Intelligenza, alla quale possiamo
affidarci”.
Il Papa così conclude il suo discorso
partito da Galileo:
“Se guardiamo alle grandi
opzioni, l’opzione cristiana è anche oggi quella più razionale e quella più umana.
Per questo possiamo elaborare con fiducia una filosofia, una visione del mondo che
sia basata su questa priorità della ragione, su questa fiducia che la Ragione creatrice
è amore, e che questo amore è Dio”.