2008-01-15 14:36:20

In Vaticano, incontro al vertice tra i capi dicastero e i vescovi euroamericani del "Gruppo di coordinamento" per la Terra Santa


Una visita in Terra Santa per portare alle Chiese di quei luoghi la solidarietà spirituale e concreta delle Chiese occidentali. E' lo scopo del pellegrinaggio annuale che i vescovi americani ed europei hanno compiuto nei giorni scorsi in a Gerusalemme e in Palestina. Il Coordinamento per la Terra Santa che li rappresenta è un’iniziativa della Santa Sede volta a sostenere i cristiani che vivono nei luoghi dove iniziò la salvezza cristiana. In concomitanza con la visita ad Limina della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni Arabe (CERLA), e insieme con loro, i presuli euroamericani parteciperanno domani ad una riunione in Vaticano con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e altri responsabili di dicasteri vaticani. Al termine, nella Sala Marconi della nostra emittente si terrà una conferenza stampa per informare sulla situazione nei Luoghi Santi e sull’attività del “Gruppo di Coordinamento”. Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, ha chiesto al nunzio apostolico in Israele, l'arcivescovo Antonio Franco, il senso e lo spirito di questo pellegrinaggio:RealAudioMP3
 
R. - E’ una presenza che è prima di tutto espressione di solidarietà con queste comunità cristiane, cattoliche e anche di interessamento per i problemi che ci sono, nello sforzo di una comprensione migliore e di una possibilità di aiuto.

 
D. - E’ una situazione talmente complessa e veramente difficile, per chi non ci vive, da capire questo complesso quadro politico e religioso....

 
R. - Uno si accorge della complessità della situazione vivendo qui. Magari chi vive fuori generalizza molto e vede tutto in bianco e nero. Ma non è bianco e nero, ci sono tante sfumature, per cui è veramente difficile vedere le responsabilità e soprattutto cercare di pensare quali possano essere le soluzioni migliori. La diagnosi delle difficoltà è facile: si vedono. Però, poi, la difficoltà sorge quando si vogliono vedere le radici profonde di questi problemi e trovare soluzioni che in certo senso diano ragione sia agli uni che agli altri.

 
D. - I cristiani, la comunità cattolica in Terra Santa è molta piccola. Che ruolo possono giocare sul posto, nell'aiutare questi due popoli a trovare una soluzione?

 
R. - Per me è una delle parti del mondo dove è più necessaria la presenza di comunità come quella cristiana. I cristiani, essendo presenti da una parte e dall’altra, possono creare possibilità di una maggiore comprensione e anche, quando è possibile, di maggiore interscambio. Inoltre, è una presenza molto importante per combattere gli estremismi, le intolleranze. Quanto più si riesce a far vivere nel rispetto dei diritti le minoranze, più si marginalizzano questi estremismi che sono insofferenti e radicali e che vorrebbero l’esclusività per l’uno o per l’altro, mettendo al bando tutti gli altri.







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