In Vaticano, incontro al vertice tra i capi dicastero e i vescovi euroamericani del
"Gruppo di coordinamento" per la Terra Santa
Una visita in Terra Santa per portare alle Chiese di quei luoghi la solidarietà spirituale
e concreta delle Chiese occidentali. E' lo scopo del pellegrinaggio annuale che i
vescovi americani ed europei hanno compiuto nei giorni scorsi in a Gerusalemme e in
Palestina. Il Coordinamento per la Terra Santa che li rappresenta è un’iniziativa
della Santa Sede volta a sostenere i cristiani che vivono nei luoghi dove iniziò
la salvezza cristiana. In concomitanza con la visita ad Limina della Conferenza
dei vescovi latini nelle Regioni Arabe (CERLA), e insieme con loro, i presuli euroamericani
parteciperanno domani ad una riunione in Vaticano con il cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, e altri responsabili di dicasteri vaticani. Al termine, nella Sala
Marconi della nostra emittente si terrà una conferenza stampa per informare sulla
situazione nei Luoghi Santi e sull’attività del “Gruppo di Coordinamento”. Philippa
Hitchen, della nostra redazione inglese, ha chiesto al nunzio apostolico in Israele,
l'arcivescovo Antonio Franco, il senso e lo spirito di questo pellegrinaggio: R.
- E’ una presenza che è prima di tutto espressione di solidarietà con queste comunità
cristiane, cattoliche e anche di interessamento per i problemi che ci sono, nello
sforzo di una comprensione migliore e di una possibilità di aiuto.
D.
- E’ una situazione talmente complessa e veramente difficile, per chi non ci vive,
da capire questo complesso quadro politico e religioso....
R.
- Uno si accorge della complessità della situazione vivendo qui. Magari chi vive fuori
generalizza molto e vede tutto in bianco e nero. Ma non è bianco e nero, ci sono tante
sfumature, per cui è veramente difficile vedere le responsabilità e soprattutto cercare
di pensare quali possano essere le soluzioni migliori. La diagnosi delle difficoltà
è facile: si vedono. Però, poi, la difficoltà sorge quando si vogliono vedere le radici
profonde di questi problemi e trovare soluzioni che in certo senso diano ragione sia
agli uni che agli altri.
D. - I cristiani, la comunità
cattolica in Terra Santa è molta piccola. Che ruolo possono giocare sul posto, nell'aiutare
questi due popoli a trovare una soluzione?
R. - Per
me è una delle parti del mondo dove è più necessaria la presenza di comunità come
quella cristiana. I cristiani, essendo presenti da una parte e dall’altra, possono
creare possibilità di una maggiore comprensione e anche, quando è possibile, di maggiore
interscambio. Inoltre, è una presenza molto importante per combattere gli estremismi,
le intolleranze. Quanto più si riesce a far vivere nel rispetto dei diritti le minoranze,
più si marginalizzano questi estremismi che sono insofferenti e radicali e che vorrebbero
l’esclusività per l’uno o per l’altro, mettendo al bando tutti gli altri.