India: anche il difensore dei diritti umani Lenin Raghavarshi, comunista ed ateo,
sostiene la moratoria contro l'aborto
In India Lenin Raghavarshi, vincitore del premio coreano Gwangju per i diritti umani,
difende il diritto alla vita dell’embrione e sostiene la moratoria contro l’aborto.
“La cosa più ridicola e assurda – afferma - è suggerire che l’aborto sia una soluzione
alla fame, perché permette il controllo sulla popolazione. In più la concezione -
così tipica delle agenzie Onu - che la sovrappopolazione è il pericolo maggiore alla
salute di una nazione non ha proprio alcuna base di verità. In realtà – sostiene
- il mondo dovrebbe guardare con urgenza ai temi socio-economici e politici per eliminare
fame, povertà, miseria fra la gente”. Per tutti questi motivi, Lenin Raghavarshi,
37 anni, di Varanasi nell’Uttar Pradesh, ateo, comunista, attivista per i diritti
umani, che lotta contro il sistema delle caste e per i diritti dei Dalit, dice ad
AsiaNews che egli è favorevole alla moratoria contro l’aborto: “Alla base di tutti
i diritti umani vi è il diritto a vivere”. Ogni anno in India vi sono circa 13 milioni
di aborti; almeno 80 mila donne muoiono a causa dell’operazione; in più vi è la piaga
degli aborti selettivi, che ha portato all’eliminazione di almeno 10 milioni di feti
femminili negli ultimi 20 anni. Eppure l’India ha una delle leggi sull’aborto fra
le più permissive e l’aborto viene ancora pubblicizzato come metodo per il controllo
delle nascite e per garantire un maggior sviluppo economico delle famiglie. “È stato
Malthus – spiega Raghavarshi - a diffondere l’idea che i maggiori problemi del mondo,
come la povertà e altre situazioni di miseria, siano dovuti alla sovrappopolazione.
Ma tutto questo è totalmente a-scientifico e falso - sostiene. I responsabili del
degrado della dignità umana sono le compagnie multinazionali che sostengono l’industria
degli aborti e del controllo della popolazione per i loro scopi di lucro. Sono esse
a creare povertà e fame nel mondo. In India – continua Raghavarshi - abbiamo questo
grave male sociale dell’aborto selettivo dei feti femminili. Sono contrario a questa
pratica in modo assoluto. È anzi allarmante che in India e in Cina si proceda all’uccisione
delle bambine: ciò dà adito a squilibri fra uomini e donne, che produrrà pericoli
per il futuro delle nazioni. Dobbiamo infatti sostenere il diritto alla vita dell’embrione
fin dal seno materno”. Raghavarshi precisa che la mortalità delle madri “è dovuta
in massima parte al fallimento di programmi di welfare e alla mancanza di sistemi
di base per la cura della salute. Difendere il diritto alla vita, come una cosa sacra,
porta poi al difendere il diritto al cibo, all’educazione e alla salute. La comunità
internazionale deve comprendere che il problema maggiore è la non equa distribuzione
delle risorse: il 20% della popolazione mondiale (i popoli del G7) usano l’80% delle
risorse del mondo. È necessario – conclude Raghavarshi - che il mondo e i governi
si impegnino ad eliminare fame e povertà, salvaguardando e promuovendo la dignità
della persona nel suo diritto alla vita, all’educazione, alla salute”. (R.P.)