2008-01-13 14:52:22

Nella Festa del Battesimo del Signore, Benedetto XVI impartisce il primo sacramento a 13 neonati. All’Angelus, appello ai giovani migranti per costruire una società più giusta e fraterna


“Siate per loro i primi testimoni di una fede autentica in Dio”: così Benedetto XVI rivolto ai genitori nell’odierna Festa del Battesimo del Signore, che chiude il tempo del Natale. Nella splendida cornice della Cappella Sistina il Papa ha presieduto stamane una celebrazione eucaristica durante la quale ha amministrato il Battesimo a 13 bambini, figli di dipendenti del Vaticano. Appello del Santo Padre all’Angelus ai giovani migranti “per costruire una società più giusta e fraterna”. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

(Canto d'ingresso)

 
Una festa della vita e della famiglia, sottolineata dalla belle note della Cappella Pontificia Sistina, ma anche dai gridolini e da qualche pianto dei neonati, otto femminucce e cinque maschietti. “Gioia speciale” ha espresso il Papa nell’impartire - per il terzo anno - il primo sacramento della vita cristiana ai neonati, proprio nel giorno del Battesimo del Signore, “uno dei momenti più espressivi della nostra fede” - ha sottolineato Benedetto XVI nell’omelia della Messa - dove troviamo il mistero della vita”, della “vita umana” qui rappresentata dai nascituri e della “vita divina”, che Dio dona ai battezzati.

 
“Dio è vita” ha ricordato il Santo Padre, richiamandosi alle stesse pitture della Cappella Sistina, dove ha officiato il Rito dall’antico altare, appoggiato al muro sotto il Giudizio Universale, anziché far allestire al centro la pedana con un altare aggiunto; questo “per non alterare - spiega una nota vaticana – la bellezza e l’armonia di questo gioiello architettonico”, preservando la sua originale struttura celebrativa. Ciò ha comportato che in alcuni passaggi il Papa si è trovato “con le spalle rivolte ai fedeli e lo sguardo alla Croce, orientando cosi l’atteggiamento e la disposizione di tutta l’assemblea”, pure utilizzando il Messale ordinario.

 
In questo giorno – ha detto il Benedetto XVI – “non sembri però fuori luogo accostare “all’esperienza della vita, quella opposta e cioè la realtà della morte”.

 
“Tutto ciò che ha inizio sulla terra prima o poi finisce, come l’erba del campo, che spunta al mattino e avvizzisce la sera”.
 
Solo con il Battesimo riceviamo una vita nuova, che ci rende capaci di entrare “in relazione personale con il Creatore” “per tutta l’eternità”, ma sfortunatamente - ha osservato il Papa - l’uomo è capace con il peccato di procurarsi una “morte seconda”, che non è solo la fine dell’esistenza terrena come la morte delle creature che non sono chiamate all’eternità.

 
“.. in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano. Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte”.
 
Questo “perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto”.

 
“Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una salvezza. Questa pienezza di vita ci viene data nel Battesimo.
 
Rivolto quindi ai genitori Benedetto XVI ha raccomandato loro di impegnarsi a sviluppare nei figli “la fede, la speranza e la carità, le virtù teologali che sono proprie della vita nuova”, donata nel sacramento del Battesimo. Serve presenza e affetto ma soprattutto la preghiera, in ogni stagione della vita.
 
“Certo per crescere sani e forti, questi bambini e bambine avranno bisogno di cure materiali e di tante attenzioni; ciò però che sarà loro più necessario, anzi indispensabile è conoscere, amare e servire fedelmente Dio, per avere la vita eterna. Cari genitori, siate per loro i primi testimoni di una fede autentica in Dio!”.
 
(Canto)

 
Dedicato a “comprendere sempre più il dono del Battesimo” anche l’Angelus del Papa, che ha invocato la Madonna perché tutti i cristiani “si impegnino a viverlo con coerenza”, testimoniando l’amore di Dio.

 
Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha richiamato l’odierna Giornata del Migrante e del rifugiato, che pone al centro i giovani, spinti da vari motivi a vivere lontani dalle loro famiglie e dai loro Paesi. La preoccupazione del Santo Padre è andata in particolare a ragazze e minori, più a rischio, citando pure bambini e adolescenti nati e cresciuti in campi profughi, che “hanno diritto ad un futuro”.

 
“Esprimo il mio apprezzamento per quanti si impegnano in favore dei giovani migranti, delle loro famiglie e per la loro integrazione lavorativa e scolastica; invito le comunità ecclesiali ad accogliere con simpatia giovani e giovanissimi con i loro genitori, cercando di comprenderne le storie e di favorirne l’inserimento.”
 
Poi diretto ai “cari giovani migranti”, affidati “tutti a Maria, Madre dell’intera umanità”: 

“Impegnatevi a costruire insieme ai vostri coetanei una società più giusta e fraterna, adempiendo i vostri doveri, rispettando le leggi e non lasciandovi mai trasportare dalla violenza”.







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