2008-01-12 14:10:08

Inaugurato il 79.mo Anno giudiziario in Vaticano. L'avvocato Nicola Picardi: è necessario stringere rapporti di cooperazione con polizia e magistrature internazionali


Gli organi giudiziari e di polizia del Vaticano maggiormente aperti alla cooperazione internazionale - ad esempio con l’adesione all’INTERPOL - perché i procedimenti di tipo penale o civile siano snelliti nella burocrazia e velocizzati nei tempi. E’ l’auspicio di sintesi che spicca nella relazione tenuta questa mattina dal promotore di giustizia vaticano, l’avvocato Nicola Picardi, all’inaugurazione del nuovo Anno giudiziario. Prima dell’intervento del giurista, la giornata è iniziata con una Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Facendo il punto sulle vicende giudiziarie dell’anno appena trascorso, l’avvocato Picardi ha invocato anche migliorie al Codice penale in uso in Vaticano sulla base di un caso particolare e delicato registrato nei mesi scorsi. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della Città del Vaticano: è questo il reato con il quale si sono dovuti confrontare Gendarmeria, magistratura e tribunale pontifici in assenza di uno specifico articolo che configurasse reato e pena per questo tipo di crimine. Il fatto, reso noto dal promotore di giustizia, l’avvocato Picardi, è stato uno dei casi di rilievo della sua relazione riferita al 2007, corredata come di consueto da dati, tabelle di comparazione e richieste rivolte all’autorità legislativa per una evoluzione istituzionale e professionale del lavoro giudiziario in Vaticano. Dopo una tradizionale “finestra” storica - quest’anno dedicata a Pio VII e al Codice di procedura civile che entrò in vigore sotto il suo Pontificato il primo gennaio 1818 - l’avvocato Picardi ha inaugurato il lavoro del 79.mo anno giudiziario, soffermandosi - alla presenza fra gli altri del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone - sulle cifre che hanno caratterizzato quello da poco concluso. Gli affari giudiziari trattati dagli organi vaticani, ha detto, sono stati complessivamente 1510, un terzo in più del periodo precedente, nel quale erano ammontati a 1113. In particolare, ha riferito il relatore, il carico giudiziario per il comparto civile è aumentato da 341 a 582 processi, mentre è lievemente diminuito quello penale, passato da 486 processi a 472. E proprio in ambito penale, la Città del vaticano ha dovuto affrontare l’anno scorso uno dei casi più spinosi della sua storia. Descritto così dallo stesso avvocato Nicola Picardi al microfono di Giovanni Peduto:

 
“Per il penale c’è stato un caso delicato di uno spacciatore di droga all’interno dello Stato Città del Vaticano, consumo e spaccio di droga. Qui non c’è una legge: il codice che si applica è il Codice Zanardelli che è del 1882 e non prevede nulla. Dunque il promotore di giustizia, sulla base di una vecchia legge che non era stata mai applicata, ha chiesto che venisse rinviato a giudizio. C’è stata una grossa discussione e alla fine il tribunale ci ha dato ragione e con una bella sentenza – recentissima, dell’ottobre scorso - ha condannato questo spacciatore di droga. Faccio presente che con questo sistema il tribunale ha evitato che la Città del Vaticano si trasformasse in una “zona franca” per carenza legislativa, nella quale potesse essere liberalizzato lo spaccio. Tuttavia, la sanzione applicata, in base a quella vecchia legge, è risultata ridicola: un arresto di sei mesi. Una sanzione più in linea con la gravità del reato viene allora richiesta e quindi si segnala all’autorità legislativa di introdurre una modifica a questo proposito”.

 
Per quanto riguarda l’attività dei tribunali vaticani, il promotore di giustizia ha fornito le cifre di un lavoro che se è quantitativamente di ottimo livello per ciò che riguarda l’estinzione dei processi specialmente di tipo civile - con una media di 19 giorni calata a 8 nel 2007 e, in generale, con il 98% del lavoro annuale portato a conclusione e una percentuale ancora migliore per l’arretrato - non lo è altrettanto per ciò che concerne la durata dei processi. L’avvocato Picardi ha denunciato lungaggini specialmente per le procedure che richiedono collaborazione con le magistrature di altri Paesi. In assenza di accordi bilaterali, l’iter si dilata in modo inaccettabile. Abbiamo 15 procedure molto delicate, ha affermato l’avvocato Picardi, che “durano da 3163 giorni”.

 
Anche il numero dei reati denunciati alle autorità giudiziarie vaticane nel 2007 ha registrato la solita sproporzione di rapporto rispetto al numero della popolazione vaticana residente. Un’anomalia spiegata dall’avvocato Picardi al microfono di Giovanni Peduto:

 
“Normalmente il numero va rapportato con il numero della popolazione: per esempio in Italia ci sono 57 milioni di abitanti e abbiamo un sette per cento di procedimenti civili e un 4,3 per cento di procedimenti penali. E nello Stato della Città del Vaticano, se dovessimo usare questo criterio, dovremmo dire che gli abitanti sono 492 e quindi avremmo nel civile una percentuale del 118 per cento e nel penale una percentuale del 95 per cento. E’ assurdo! La verità è che noi ci troviamo in un’enclave, un’enclave composta sia, è vero, dai cittadini, ma anche da coloro che entrano come pellegrini o come visitatori nello Stato, in modo particolare nella Basilica e soprattutto nei Musei Vaticani, come numero, e noi abbiamo calcolato che coloro che entrano nella Città del Vaticano, a vario titolo, sono 18 milioni in un anno. Allora se calcoliamo il numero delle cause, in rapporto questa volta non ai 492 abitanti ma ai 18 milioni di persone che transitano per lo Stato, ci troviamo con una percentuale di contenzioso civile e contenzioso penale inferiore allo zero per cento”.

 
Ricordando poi che il nodo della sicurezza della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro ha visto l’entrata in vigore dal primo gennaio 2008 di una nuova e articolata legge in materia, il promotore di giustizia ha terminato la relazione con una serie di considerazioni e di richieste, fra le quali quella di una maggiore cooperazione internazionale, che - ha affermato - “non si può limitare al solo ambito processuale, ma deve estendersi all’ambito informativo, investigativo, e di polizia giudiziaria. A fine 2006, ha ricordato l’avv. Picardi, la Gendarmeria vaticana partecipò al primo incontro di capi di Polizia dei Paesi appartenenti all’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Un passo ulteriore, ha auspicato, potrebbe essere quello dell’adesione all’INTERPOL, per difendere la qualità del lavoro giudiziario vaticano dal rischio di una “involuzione”.







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