Inaugurato il 79.mo Anno giudiziario in Vaticano. L'avvocato Nicola Picardi: è necessario
stringere rapporti di cooperazione con polizia e magistrature internazionali
Gli organi giudiziari e di polizia del Vaticano maggiormente aperti alla cooperazione
internazionale - ad esempio con l’adesione all’INTERPOL - perché i procedimenti di
tipo penale o civile siano snelliti nella burocrazia e velocizzati nei tempi. E’ l’auspicio
di sintesi che spicca nella relazione tenuta questa mattina dal promotore di giustizia
vaticano, l’avvocato Nicola Picardi, all’inaugurazione del nuovo Anno giudiziario.
Prima dell’intervento del giurista, la giornata è iniziata con una Messa presieduta
dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Facendo
il punto sulle vicende giudiziarie dell’anno appena trascorso, l’avvocato Picardi
ha invocato anche migliorie al Codice penale in uso in Vaticano sulla base di un caso
particolare e delicato registrato nei mesi scorsi. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
Detenzione
e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della Città del Vaticano: è questo
il reato con il quale si sono dovuti confrontare Gendarmeria, magistratura e tribunale
pontifici in assenza di uno specifico articolo che configurasse reato e pena per questo
tipo di crimine. Il fatto, reso noto dal promotore di giustizia, l’avvocato Picardi,
è stato uno dei casi di rilievo della sua relazione riferita al 2007, corredata come
di consueto da dati, tabelle di comparazione e richieste rivolte all’autorità legislativa
per una evoluzione istituzionale e professionale del lavoro giudiziario in Vaticano.
Dopo una tradizionale “finestra” storica - quest’anno dedicata a Pio VII e al Codice
di procedura civile che entrò in vigore sotto il suo Pontificato il primo gennaio
1818 - l’avvocato Picardi ha inaugurato il lavoro del 79.mo anno giudiziario, soffermandosi
- alla presenza fra gli altri del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone
- sulle cifre che hanno caratterizzato quello da poco concluso. Gli affari giudiziari
trattati dagli organi vaticani, ha detto, sono stati complessivamente 1510, un terzo
in più del periodo precedente, nel quale erano ammontati a 1113. In particolare, ha
riferito il relatore, il carico giudiziario per il comparto civile è aumentato da
341 a 582 processi, mentre è lievemente diminuito quello penale, passato da 486 processi
a 472. E proprio in ambito penale, la Città del vaticano ha dovuto affrontare l’anno
scorso uno dei casi più spinosi della sua storia. Descritto così dallo stesso avvocato
Nicola Picardi al microfono di Giovanni Peduto:
“Per
il penale c’è stato un caso delicato di uno spacciatore di droga all’interno dello
Stato Città del Vaticano, consumo e spaccio di droga. Qui non c’è una legge: il codice
che si applica è il Codice Zanardelli che è del 1882 e non prevede nulla. Dunque il
promotoredi giustizia, sulla base di una vecchia legge che non era
stata mai applicata, ha chiesto che venisse rinviato a giudizio. C’è stata una grossa
discussione e alla fine il tribunale ci ha dato ragione e con una bella sentenza –
recentissima, dell’ottobre scorso - ha condannato questo spacciatore di droga. Faccio
presente che con questo sistema il tribunale ha evitato che la Città del Vaticano
si trasformasse in una “zona franca” per carenza legislativa, nella quale potesse
essere liberalizzato lo spaccio. Tuttavia, la sanzione applicata, in base a quella
vecchia legge, è risultata ridicola: un arresto di sei mesi. Una sanzione più in linea
con la gravità del reato viene allora richiesta e quindi si segnala all’autorità legislativa
di introdurre una modifica a questo proposito”.
Per
quanto riguarda l’attività dei tribunali vaticani, il promotore di giustizia ha fornito
le cifre di un lavoro che se è quantitativamente di ottimo livello per ciò che riguarda
l’estinzione dei processi specialmente di tipo civile - con una media di 19 giorni
calata a 8 nel 2007 e, in generale, con il 98% del lavoro annuale portato a conclusione
e una percentuale ancora migliore per l’arretrato - non lo è altrettanto per ciò che
concerne la durata dei processi. L’avvocato Picardi ha denunciato lungaggini specialmente
per le procedure che richiedono collaborazione con le magistrature di altri Paesi.
In assenza di accordi bilaterali, l’iter si dilata in modo inaccettabile. Abbiamo
15 procedure molto delicate, ha affermato l’avvocato Picardi, che “durano da 3163
giorni”.
Anche il numero dei reati denunciati alle
autorità giudiziarie vaticane nel 2007 ha registrato la solita sproporzione di rapporto
rispetto al numero della popolazione vaticana residente. Un’anomalia spiegata dall’avvocato
Picardi al microfono di Giovanni Peduto:
“Normalmente
il numero va rapportato con il numero della popolazione: per esempio in Italia ci
sono 57 milioni di abitanti e abbiamo un sette per cento di procedimenti civili e
un 4,3 per cento di procedimenti penali. E nello Stato della Città del Vaticano, se
dovessimo usare questo criterio, dovremmo dire che gli abitanti sono 492 e quindi
avremmo nel civile una percentuale del 118 per cento e nel penale una percentuale
del 95 per cento. E’ assurdo! La verità è che noi ci troviamo in un’enclave, un’enclave
composta sia, è vero, dai cittadini, ma anche da coloro che entrano come pellegrini
o come visitatori nello Stato, in modo particolare nella Basilica e soprattutto nei
Musei Vaticani, come numero, e noi abbiamo calcolato che coloro che entrano nella
Città del Vaticano, a vario titolo, sono 18 milioni in un anno. Allora se calcoliamo
il numero delle cause, in rapporto questa volta non ai 492 abitanti ma ai 18 milioni
di persone che transitano per lo Stato, ci troviamo con una percentuale di contenzioso
civile e contenzioso penale inferiore allo zero per cento”.
Ricordando
poi che il nodo della sicurezza della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro ha
visto l’entrata in vigore dal primo gennaio 2008 di una nuova e articolata legge in
materia, il promotore di giustizia ha terminato la relazione con una serie di considerazioni
e di richieste, fra le quali quella di una maggiore cooperazione internazionale, che
- ha affermato - “non si può limitare al solo ambito processuale, ma deve estendersi
all’ambito informativo, investigativo, e di polizia giudiziaria. A fine 2006, ha ricordato
l’avv. Picardi, la Gendarmeria vaticana partecipò al primo incontro di capi di Polizia
dei Paesi appartenenti all’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
in Europa. Un passo ulteriore, ha auspicato, potrebbe essere quello dell’adesione
all’INTERPOL, per difendere la qualità del lavoro giudiziario vaticano dal rischio
di una “involuzione”.