Appello di mons. van Luyn, presidente della COMECE, sulla questione dei rifugiati
iracheni
Facendo seguito all’appello lanciato lo scorso novembre dai membri della COMECE (Commissione
degli Episcopati della Comunità Europea) sul problema dei rifugiati iracheni, il presidente
dell’organismo, il vescovo Adrianus Herman van Luyn, ha inviato al presidente sloveno
di turno dell’UE la richiesta di inserire la questione nell’agenda del prossimo incontro
del Consiglio Giustizia e Affari Interni. In una lettera del 7 gennaio indirizzata
al ministro degli Interni sloveno, Dragutin Mate, il vescovo van Luyn ha richiamato
l’attenzione sui 4,4 milioni di rifugiati iracheni che hanno abbandonato il proprio
Paese. Secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati (ACNUR), la situazione può essere
considerata il più grande disastro di rifugiati in Medio Oriente dal 1948. Alla luce
di questa situazione, il vescovo van Luyn ha invitato i leader dell'UE ad intervenire,
per evitare l’insorgere di problemi dovuti al sovraccarico di immigrati nei Paesi
di accoglienza, come l’immigrazione clandestina. Il presule ha proposto che i Governi
dell’UE permettano l’ingresso fino a 60 mila membri delle minoranze non musulmane,
che fra l’altro sono ritenute le più vulnerabili dall’UNHCR, perché trattate come
infedeli da alcune frange della popolazione musulmana dei Paesi ospitanti. Il presidente
della COMECE ha chiesto anche che ai Governi dei Paesi confinanti con l'Iraq venga
garantita assistenza politica e materiale per far fronte alla presenza di grandi numeri
di rifugiati. Una copia della lettera è stata inviata anche al vicepresidente della
Commissione europea, Franco Frattini, che si incarica delle migrazioni. (C.C.)