Kenya: appello della Chiesa per la sepoltura dei morti. Molte salme lasciate insepolte
per il timore di nuove violenze
La maggior parte delle persone assassinate in seguito allo scoppio della violenza
degli ultimi giorni in Kenya non è ancora stata sepolta. E’ quanto dichiara mons.
Cornelius Kipng’eno Arap Korir, vescovo di Eldoret, nella zona occidentale del Paese.
Negli occhi di molti ci sono ferite laceranti, come quelle provocate dalle immagini
strazianti della chiesa pentecostale di Eldoret, dove sono morte tra le fiamme cinquanta
persone. Gli abitanti hanno inoltre paura di seppellire i morti, perché temono nuove
violenze. Il vescovo di Eldoret ha chiesto ausilio ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”
(ACS), istituzione di assistenza di diritto pontificio. Il presule esorta inoltre
il governo del Kenya a far sì che le strade principali di Eldoret tornino ad essere
accessibili. Si chiede, in particolare, un passaggio sicuro per i veicoli che trasportano
aiuti umanitari per le famiglie colpite da un’ondata di violenza che sembra senza
fine. Solo nella diocesi di Eldoret – riferisce l’agenzia Zenit - ci sono più di 100.000
sfollati: molti di loro, che hanno percorso decine di chilometri a piedi, cercano
ora rifugio nelle chiese, soprattutto nella cattedrale. Stanno iniziando ad arrivare,
intanto, gli aiuti materiali inviati da varie organizzazioni. La diocesi di Eldoret
è stata teatro di gravi disordini scoppiati dopo le elezioni presidenziali del 27
dicembre scorso. (A.L.)