2008-01-09 15:17:04

La Fondazione Migrantes illustra il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Migrazioni


“I giovani migranti: risorsa e provocazione”: questo il titolo e il sottotitolo con cui la Fondazione CEI Migrantes ha illustrato stamani il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si svolgerà domenica prossima, 13 gennaio. La presentazione è avvenuta presso la Sala Marconi della nostra emittente. L’ha seguita per noi Isabella Piro:RealAudioMP3


Sono 28 milioni gli immigrati nell’Unione Europea, e 3.690.000 quelli in Italia: questi i dati del dossier Caritas/Migrantes 2007. Anche a loro è dedicata la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato per la quale il Santo Padre ha scritto un Messaggio, intitolato “I giovani migranti”. In Italia, la Fondazione CEI Migrantes ha aggiunto il sottotitolo “Risorsa e provocazione”. E’ indubbio, infatti, che i ragazzi fino a 25 anni sono una percentuale crescente dei migranti: tra i giovani italiani residenti all’estero, ad esempio, essa arriva al 33%, mentre solo tra i Sinti e i Rom presenti in Italia si supera il 40%. Come considerare, allora, la loro presenza? Mons. Piergiorgio Saviola, Direttore Generale della Fondazione Migrantes:

 
“Sono un capitale da valorizzare, da non trascurare, tanto meno da sciupare. Sono un capitale, una risorsa. Sul piano demografico, visto il progressivo declino quantitativo e l’invecchiamento della nostra popolazione, sul piano economico-lavorativo si continua ad avere bisogno di manodopera straniera, almeno oggi. Sul piano dell’integrazione, sono una risorsa. E’, infatti, più agile, direi più spontaneo e quotidiano il rapporto tra italiani e stranieri sui banchi della scuola, nel campo sportivo, sulla strada”.
 
Di qui la necessità, ribadisce mons. Saviola, che la società laica ed ecclesiale si assuma le proprie responsabilità di fronte agli immigrati. Le loro tante potenzialità e ricchezze, afferma il presule, non si dispiegheranno a beneficio comune se non saranno incoraggiate da gesti concreti. Nessuna idealizzazione, quindi, del giovane immigrato, ma molta attenzione alle sue fragilità:

 
“Questi stranieri, inoltre, hanno un altro bagaglio piuttosto pesante da trascinarsi dietro: il bagaglio proprio della loro specifica condizione di migranti. Basti accennare alla doppia appartenenza che, se da un lato esprime opportunità e ricchezza, dall’altro potrebbe indicare mancanza di una specifica identità”.
 
E proprio a questa problematica della doppia identità il Messaggio del Santo Padre offre una soluzione. Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e segretario della Commissione Episcopale per le Migrazioni:

 
“Spazi d’impegno per uscire da queste problematiche il Papa ce le indica molto bene: la scuola e la famiglia. La scuola non può essere asettica e stare a guardare, perché si possono costruire percorsi non separati ma abbastanza integrati e, nello stesso tempo, anche con degli obiettivi uguali per tutti”.
 
Un altro punto fondamentale riguarda la libertà religiosa, che spesso la laicità, dice mons. Sigalini, assimila alla neutralità:

 
“La libertà religiosa spesso è strumentalizzata da un laicismo per cancellarne ogni traccia, sognando un cittadino non solidale, ma neutro. La laicità della scuola non è cancellare la domanda religiosa, ma permettere l’espressione nel massimo del rispetto e della libertà di tutti, dentro un progetto educativo e dentro le certezze che ci dà pure la nostra Costituzione”.
 
Per favorire una vera integrazione degli immigrati in Italia, mons. Sigalini suggerisce inoltre un maggior ricorso al microcredito e la concessione della cittadinanza di diritto per chi nasce in Italia, passando così dallo ‘jus sanguinis’ allo ‘jus soli’.

Interessante, infine, la prima indagine conoscitiva sulle abitudini pastorali degli immigrati nelle parrocchie della diocesi di Roma, resa nota oggi. Lo studio, svolto su 142 parrocchie della capitale, rivela, nella totalità di esse, la partecipazione di stranieri alla Messa domenicale, così come nelle attività pastorali. Nel 73% delle comunità, i bambini immigrati frequentano il catechismo, mentre nel 57% gli adulti sono catechisti. Particolare inoltre la percentuale – pari al 45% - della parrocchie romane in cui si svolgono celebrazioni ed incontri di preghiera dedicati ai migranti. Un ulteriore passo avanti sulla via dell’integrazione.







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