Iraq: il premier tenta di rassicurare i cristiani dopo gli attacchi contro chiese
e conventi
Il premier iracheno, Nouri al-Maliki, ha garantito l’impegno del suo governo per assicurare
un’adeguata protezione dei cristiani in Iraq. Il primo ministro incontrando ieri il
nunzio apostolico in Iraq e in Giordania, mons. Francis Assisi Chullikatt, ha dichiarato
inoltre che “cristiani e musulmani sono uniti nel fronteggiare terroristi e fuorilegge”.
Le violenze nel Paese - ha aggiunto Nouri al-Maliki - “colpiscono tutti i gruppi religiosi”.
In un comunicato del governo iracheno, si precisa poi che l’obiettivo è di promuovere
“i forti legami di amicizia con le comunità cristiane”. Parole di “condanna e denuncia
per gli attentati terroristici” di domenica scorsa sono arrivate anche dal vice presidente
iracheno, Tareq al-Hashemi, che esprime la propria “vicinanza ai fratelli cristiani”.
Gli attacchi di domenica scorsa, contro chiese e conventi a Baghdad e a Mosul, hanno
provocato il ferimento di almeno 4 persone. Secondo il nunzio apostolico in Iraq,
le azioni sono state coordinate e questo tipo di attacco costituisce “una triste novità”.
Se gli attentati fossero compiuti solo alcune ore prima – ha poi precisato mons. Francis
Assisi Chullikatt - ci sarebbe stata una strage spaventosa”. In Iraq, dunque, la situazione
resta difficilissima e continua ad essere alto il rischio di sequestri di sacerdoti:
padre Hani Abdel Ahad, rapito lo scorso 6 giugno a Baghdad, ha dichiarato all’agenzia
AsiaNews che non è solo il denaro a muovere l’industria dei sequestri: i terroristi
– ha spiegato il sacerdote iracheno - nutrono un “odio profondo verso i cristiani”,
che vogliono cacciare dall’Iraq. La fede – ha concluso – è “l’unica speranza che ci
fa andare avanti”. (A cura di Amedeo Lomonaco)