POLONIA Vescovi contro aiuti pubblici per la fecondazione in vitro
VARSAVIA, 7 gen 08 - I vescovi polacchi hanno duramente criticato la recente
proposta avanzata dal Ministro della Salute Ewa Kopacz di rimborsare le spese sostenute
da famiglie a basso reddito per la fecondazione in vitro. In una lettera indirizzata
a tutti i parlamentari eletti alle scorse legislative del 21 ottobre, il Consiglio
per la famiglia della Conferenza episcopale ricorda in primo luogo che “ad ogni tentativo
di fecondazione artificiale con quel metodo muoiono numerosi embrioni, e quindi quel
metodo è un raffinato tipo di aborto; secondo, ogni figlio ha il diritto di nascere
dall'atto di amore coniugale dei suoi genitori; e terzo, il figlio non è un oggetto,
e neanche i futuri genitori possono affermare di averne diritto, tanto meno quando
quel diritto è sempre pagato con la morte dei suoi fratelli e sorelle". La lettera
firmata da mons. Kazimierz Gorny, presidente del Consiglio per la famiglia, e dal
direttore nazionale della pastorale della famiglia p. Andrzej Rebacz ricorda infine
che non si può dire di "aver diritto ad avere figli", in quanto "si possono vantare
dei diritti nei confronti delle cose ma mai delle persone". La presa di posizione
dei vescovi ha suscitato a sua volta critiche e dibattiti nel Paese. Il metodo della
fecondazione in vitro è utilizzato in Polonia dal 1987. A rendere più controversa
la questione è anche la mancata definizione dello status giuridico degli embrioni
così concepiti. (La Croix/Apic – ZENGARINI)