Padre Pio è la rilettura moderna del carisma di San Francesco: così, l’arcivescovo
di Manfredonia, D’Ambrosio, dopo l’annuncio della riesumazione ed esposizione delle
spoglie del Santo di Pietrelcina
Le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina saranno riesumate ed esposte alla venerazione
dei fedeli a partire dal mese di aprile: è quanto annunciato ieri dall’arcivescovo
di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio,
che riveste anche il ruolo di delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere
di San Pio da Pietrelcina. Intervistato da Alessandro Gisotti, mons. D’Ambrosio
spiega le motivazioni di questa iniziativa, che si inscrive nel 40.mo anniversario
della morte del Santo Cappuccino:
R. -
C’è stata sempre la riesumazione, la ricognizione delle reliquie dei Santi ed è prassi
normale nella storia della Chiesa, per tutti i Santi. Non si tratta, quindi, di curiosità,
ma di garantire che le reliquie, le spoglie mortali di un Santo così venerato, possano
essere conservate nelle migliori condizioni possibili: per noi e per quelli che verranno
dopo di noi.
D. – Quanto è importante per i fedeli
la possibilità di pregare dinnanzi alle spoglie di padre Pio e da quando potrà essere
possibile, nei prossimi mesi?
R. - Non è una sorta
di feticismo, già adesso i fedeli vanno nella cripta del Santuario di Santa Maria
delle Grazie, davanti alla tomba di padre Pio, si fermano, pregano. Siamo fatti di
carne, abbiamo bisogno di segni sensibili e in fondo Dio per parlarci si è fatto uno
di noi e ha condiviso con noi tutto. Questo legame fa parte di quella nostra umanità
che ha bisogno di vedere, di toccare. Padre Pio è stato un segno della presenza di
Dio, che soprattutto richiamava a quel mistero della conversione e del perdono, e
che ricordava a tutti coloro che andavano a lui che lì, in quell’uomo piagato, c’era
un’immagine, una “epifania dell’amore crocifisso”. La riesumazione, la ricognizione
è un fatto molto impegnativo anche da un punto di vista medico, scientifico. Pensiamo
che per la metà di aprile tutto sarà pronto per esporre l’urna con le sue spoglie
mortali alla venerazione dei fedeli nel luogo stesso in cui adesso c’è la tomba di
padre Pio, credo per alcuni mesi. Combacerà così questo evento tanto importante con
i quarant’anni dalla morte di padre Pio e i novanta dalla sua stigmatizzazione.
D.
– Sono passati, appunto, quarant’anni dalla morte di padre Pio. Tuttavia l’affetto,
la venerazione dei fedeli è perfino cresciuta in questi anni. Come spiega questo fenomeno
di devozione?
R. – Non c’è mai inflazione nella devozione.
Ci sono sempre i profeti di sventura che parlano di un calo del numero dei pellegrini,
questo però non lo si nota, anzi aumenta sempre più. Perché tanta devozione? C’è un
mistero certo, padre Pio è un Santo che nasce dal popolo, che vive nella povertà francescana,
è la rilettura moderna del carisma di san Francesco di Assisi. Sono passati 800 anni
e più dalla morte di San Francesco di Assisi e non diminuiscono la venerazione, la
fedeltà e le intuizioni che San Francesco di Assisi, nella scelta della povertà e
della letizia, è riuscito a trasmettere e continua trasmettere.