2008-01-07 14:00:59

Padre Pio è la rilettura moderna del carisma di San Francesco: così, l’arcivescovo di Manfredonia, D’Ambrosio, dopo l’annuncio della riesumazione ed esposizione delle spoglie del Santo di Pietrelcina


Le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina saranno riesumate ed esposte alla venerazione dei fedeli a partire dal mese di aprile: è quanto annunciato ieri dall’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, che riveste anche il ruolo di delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere di San Pio da Pietrelcina. Intervistato da Alessandro Gisotti, mons. D’Ambrosio spiega le motivazioni di questa iniziativa, che si inscrive nel 40.mo anniversario della morte del Santo Cappuccino:RealAudioMP3


R. - C’è stata sempre la riesumazione, la ricognizione delle reliquie dei Santi ed è prassi normale nella storia della Chiesa, per tutti i Santi. Non si tratta, quindi, di curiosità, ma di garantire che le reliquie, le spoglie mortali di un Santo così venerato, possano essere conservate nelle migliori condizioni possibili: per noi e per quelli che verranno dopo di noi.

 
D. – Quanto è importante per i fedeli la possibilità di pregare dinnanzi alle spoglie di padre Pio e da quando potrà essere possibile, nei prossimi mesi?

 
R. - Non è una sorta di feticismo, già adesso i fedeli vanno nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie, davanti alla tomba di padre Pio, si fermano, pregano. Siamo fatti di carne, abbiamo bisogno di segni sensibili e in fondo Dio per parlarci si è fatto uno di noi e ha condiviso con noi tutto. Questo legame fa parte di quella nostra umanità che ha bisogno di vedere, di toccare. Padre Pio è stato un segno della presenza di Dio, che soprattutto richiamava a quel mistero della conversione e del perdono, e che ricordava a tutti coloro che andavano a lui che lì, in quell’uomo piagato, c’era un’immagine, una “epifania dell’amore crocifisso”. La riesumazione, la ricognizione è un fatto molto impegnativo anche da un punto di vista medico, scientifico. Pensiamo che per la metà di aprile tutto sarà pronto per esporre l’urna con le sue spoglie mortali alla venerazione dei fedeli nel luogo stesso in cui adesso c’è la tomba di padre Pio, credo per alcuni mesi. Combacerà così questo evento tanto importante con i quarant’anni dalla morte di padre Pio e i novanta dalla sua stigmatizzazione.

 
D. – Sono passati, appunto, quarant’anni dalla morte di padre Pio. Tuttavia l’affetto, la venerazione dei fedeli è perfino cresciuta in questi anni. Come spiega questo fenomeno di devozione?

 R. – Non c’è mai inflazione nella devozione. Ci sono sempre i profeti di sventura che parlano di un calo del numero dei pellegrini, questo però non lo si nota, anzi aumenta sempre più. Perché tanta devozione? C’è un mistero certo, padre Pio è un Santo che nasce dal popolo, che vive nella povertà francescana, è la rilettura moderna del carisma di san Francesco di Assisi. Sono passati 800 anni e più dalla morte di San Francesco di Assisi e non diminuiscono la venerazione, la fedeltà e le intuizioni che San Francesco di Assisi, nella scelta della povertà e della letizia, è riuscito a trasmettere e continua trasmettere.







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