Intervista con il direttore del quotidiano "Il Foglio", Giuliano Ferrara, che ha lanciato
la proposta di moratoria sull'aborto
Prosegue in Italia il dibattito sulla proposta di moratoria dell’aborto lanciata dal
direttore de “Il Foglio”, Giuliano Ferrara, e finalizzata a far inserire nella Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo il diritto alla vita “dal concepimento fino alla
morte naturale”. Nei giorni scorsi, il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco,
intervistato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", ha definito l’iniziativa lodevole
auspicando anche una revisione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. Intanto,
si accende il dibattito politico e c’è chi torna a parlare di scontro tra laici e
cattolici. Non è d’accordo Giuliano Ferrara, intervistato da Paolo Ondarza:
R. –
Solo la Chiesa, solo i volontari dei movimenti per la vita hanno mantenuto alta la
bandiera – diciamo – dell’umanesimo. Il pensiero laico si è assuefatto, per cui l’aborto
è diventato un fenomeno di massa che non solo travalica la cifra mostruosa di circa
50 milioni di aborti l’anno. Ma è diventato un aborto selettivo. Nel momento in cui
le Nazioni Unite varano, come valore universale, la vita nel chiedere una moratoria
della pena di morte legale, è ovvio che si deve come scelta optare per la vita, e
non per la morte.
D. – Ferrara, come si potrebbe
concretizzare la proposta di moratoria per l’aborto?
R.
– Se io fossi il ministro della Sanità italiano, o francese, o spagnolo chiederei
di convocare un Consiglio europeo e formulerei un emendamento alla Dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo. Una emendamento che proponga un obiettivo: zero aborti. Questa
è la meta dell’umanità!
D. – Intanto, in Italia si
riaccende il dibattito sulla legge 194 ...
R. – E’
un dibattito, per quanto mi riguarda, falso alla radice. Tutti sanno che la legge
194 si chiama “Legge per la tutela della maternità”, che è composta di due parti.
Una parte, alla quale io sono in linea di principio contrario, e quella abortista
della legge. Poi, c’è una parte apertamente anti-abortista che dice: bisogna prevenire,
bisogna verificare... C’è una parte molto forte che va nella direzione della moratoria,
e quella va rafforzata; bisogna fare in modo che non manchino assistenza, risorse,
aiuto... Ed è necessario anche cambiarla in relazione a ciò che in questi 30 anni
la scienza ci ha detto di nuovo su quello che impropriamente viene chiamato “il feto”,
ed è “il bambino”: un bambino che possiamo fotografare, che possiamo analizzare, di
cui conosciamo il sesso, gli occhi, il naso, le orecchie, la bocca, di cui sappiamo
che può godere della musica, che può esprimere delle reazioni; un "bambino" che, naturalmente,
non ha le reazioni coscienti di una personalità formata e anagraficamente identificata,
ma ha sempre reazioni che esprimono una individualità ...
D.
– A livello laico, da cosa nasce la proposta di una moratoria sull’aborto?
R.
– Ci sono casi di aborto terapeutico che portano al fatto che vengono abortiti vivi,
i bambini, e tutto questo nell’indifferenza! Il mio giornale tratta di queste cose
ormai da molti anni, perché crede che siano più di tutte le altre cose, gli elementi
caratterizzanti di una civiltà moderna. Se una civiltà moderna vuole suicidarsi ...
Noi non vogliamo dare una mano a che questo accada!