GINEVRA, 3 gen 08 - Si intensificano gli appelli delle Chiese per la pacificazione
in Kenya dove, dopo i violenti scontri post-elettorali di questi giorni, la situazione
resta ancora tesissima. Dopo i vescovi e i superiori religiosi del Paese, anche il
Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC/WCC) ha chiesto ai due principali candidati
alla presidenza “di rinunciare alle proprie rivendicazioni di parte e di intavolare
negoziati per raggiungere una soluzione politica e non violenta” al contenzioso elettorale.
Qualche timido margine di speranza in questo senso sembra essersi aperto in queste
ultime ore, con la decisione dei leader dell’opposizione di rinviare la grande manifestazione
indetta per oggi nel centro di Nairobi. In una dichiarazione diffusa ieri il Segretario
generale del WCC Samuel Kobia si unisce alla richiesta avanzata da più parti di un'indagine
indipendente sugli scrutini che hanno portato alla contestata proclamazione del Presidente
uscente Mwai Kibaki a capo dello Stato. Il pastore, di nazionalità keniana, chiede
anche a tutte le Chiese del Paese di fare la loro parte “assicurando il rispetto della
vita e la riconciliazione”. Una necessità, afferma, “tanto più impellente in questo
momento in cui si profila all’orizzonte la minaccia di violenze e odio di matrice
etnica”. Gli scontri in Kenya hanno sinora causato più di 300 morti, migliaia di
feriti e 100.000 sfollati. (WCC – ZENGARINI)