2008-01-03 14:47:25

Dibattito vivace in Italia sulla proposta di una moratoria per l'aborto


In Italia è bagarre politica dopo la proposta, lanciata di più parti, di una moratoria sull’aborto e le parole del cardinale Ruini in direzione di un’applicazione integrale, a favore della vita, della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. La Comunità Papa Giovanni XXIII,“pur considerando la legge 194 profondamente ingiusta nel legittimare la soppressione di esseri umani, chiede di applicarne gli articoli a difesa della vita e della maternità ad oggi quasi totalmente disattesi”. Trasversale il dibattito politico sulla necessità di riformare la normativa, favorevole al confronto il ministro della Salute Livia Turco, che ribadisce però: “la legge non va cambiata”. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Gianni Mussini vice presidente del Movimento per la Vita:RealAudioMP3


R. - Mi pare che la situazione sia matura per una riconsiderazione generale del problema e mi sembra di vedere che anche nel fronte dei sostenitori della legge 194 sull’aborto cominci ad esserci una qualche consapevolezza nuova.

 
D. - L’Italia ha promosso la moratoria della pena capitale, secondo lei potrà arrivare a promuovere la moratoria dell’aborto?

 
R. - Nessuno pensa che si possa arrivare presto a una eliminazione della legge sull’aborto in Italia e in Europa, ma certo l’obiettivo deve essere quello di far avanzare la cultura della vita in modo che ogni giorno si faccia un passo in avanti.

 
D. - La legge 194, ovvero la legge sull’aborto, risale al 1978, si invoca da tempo una sua revisione…

 
R. - Appena si parla di revisione della legge 194 insorge il fronte abortista. Io credo che sia possibile qualche intervento nel senso auspicato dal cardinal Ruini su due ambiti della legge: quello che impone di aiutare le donne in difficoltà a continuare la loro gravidanza e non ad abortire; la legge prevede chiaramente questa cosa ma è spesso inattuata, occorre renderla più precisa. Inoltre, il cardinale Ruini faceva anche riferimento agli aborti tardivi; 30 anni fa un feto non riusciva a sopravvivere oltre la 26.ma settimana, oggi ci sono casi di bambini nati qualche settimana prima di quel limite e quindi occorrerà che la legge prenda atto di questo avanzamento della medicina, con la premessa che comunque qualsiasi aborto è inaccettabile.

 
D. - Il ministro della Salute, Turco, ribadisce ‘nessuna modifica alla 194, una legge applicata nella sua interezza’…

 
R. - E’ sotto gli occhi di tutti che la legge non sia applicata. Il più delle volte se una donna si presenta in un consultorio o un ospedale per abortire, nessuno le propone un’alternativa. A meno che nell’ambito dell’ospedale non ci siano volontari del Centro di aiuto alla vita che si mettano a disposizione della donna, e in questo caso il più delle volte le donne rinunciano ad abortire e tengono il bambino. Se i consultori facessero lo stesso, il numero degli aborti in Italia sarebbe enormemente inferiore.







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