2008-01-02 15:07:52

I giovani dell'Azione Cattolica, pellegrini in Terra Santa, visitano l'ospedale pediatrico di Betlemme


In Terra Santa, continua il pellegrinaggio di 150 giovani dell’Azione Cattolica provenienti da 27 Paesi di 4 continenti. Il programma del viaggio, organizzato per celebrare i 40 anni della Giornata mondiale della Pace, prevede oltre alla visita dei luoghi Santi, anche incontri con comunità cristiane locali. Ieri, i ragazzi hanno ricevuto dal patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, una lampada a forma di colomba, con l'invito a portare la pace all'umanità. Nel pomeriggio di sabato, i giovani hanno inoltre visitato a Betlemme il Caritas Baby Hospital, l’unico ospedale pediatrico in Cisgiordania. Le Suore Francescane Elisabettiane hanno illustrato il lavoro nei reparti ed espresso preoccupazione per l'aumento di malattie pediatriche croniche. La causa principale è dovuta alla frequenza dei matrimoni tra consanguinei nei villaggi palestinesi isolati dal muro. Ma cosa significa accogliere e curare i bambini in una realtà come quella palestinese? Risponde, al microfono di Fabio Colagrande, suor Donatella Alessio, del Caritas Baby Hospital:RealAudioMP3


R. - Per noi, accogliere i bimbi, significa avvolgerli in fasce come ha fatto Maria con suo Figlio, il Dio Altissimo che si è fatto bambino. E' la cosa più grande e più bella che possa capitare a delle donne, a delle suore che hanno dato la loro vita a piccoli figli che continuamente ci giungono e dei quali noi dobbiamo prenderci cura.

 
D. - Nell’anno passato, decine di migliaia di bambini sono stati assistiti nel vostro ospedale. Il numero è in aumento visto che il tasso di natalità in Palestina molto alto. La fine dell’anno è anche un’occasione per guardarsi indietro, un anno come sempre fatto di sofferenze, di dolori ma anche di gioia: cosa ricorderà, suor Donatella, di questo anno appena passato?

 
R. - Una cosa che mi preme dire è che nel 2007 abbiamo dato 34 mila volte la speranza, nel senso che abbiamo ricevuto 34 mila bambini. Ci sono bambini che arrivano malati - qualcuno anche in fin di vita - e che riescono a tornare a casa con il sorriso sulle labbra e con il sorriso soprattutto della mamma. E' grande la felicità delle mamme di poter riavere i loro bambini sani, anche se qualche volta ci capita anche di dover accompagnare verso la morte qualcuno...

 
D. - Segni della crisi economica sono ancora forti a Betlemme. Da questo punto di vista, i bambini che voi curate, le famiglie che voi incontrate, sono famiglie che lottano con la povertà. Immagino che questo porti ad una situazione sociale, e quindi anche sanitaria, particolare...

 
R. - Quest’anno, la povertà è aumentata, soprattutto la svalutazione del dollaro ha fatto sì che tante famiglie del ceto medio entrassero nel ceto povero e noi lo vediamo ogni giorno: arrivano bambini con problemi alimentari, soprattutto perché non tutte le famiglie riescono a sostenere, da un punto di vista alimentare, i bambini. E’ diminuita anche tanto l’occupazione e questo è un segno molto forte: famiglie intere si trovano a non avere lo stipendio, né a poter portare avanti una famiglia. Si spera in un tempo migliore.







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