2008-01-01 12:11:15

Il Papa implora, per intercessione di Maria, Madre di Dio, il dono della pace per le famiglie e per il mondo intero e avverte: chi osteggia la famiglia minaccia la pace


Benedetto XVI invoca la pace sulle famiglie e sul mondo intero: nella Messa presieduta questa mattina nella Basilica di San Pietro nella Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, e nella 41.ma Giornata Mondiale della Pace, ha ricordato che negare i diritti della famiglia significa minacciare gli stessi fondamenti della pace. All’Angelus, ha affidato il nuovo anno “alla celeste protezione della Madonna”. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3


(Canto)

 
“Iniziamo quest’oggi un nuovo anno e ci prende per mano la speranza cristiana; lo iniziamo invocando su di esso la benedizione divina ed implorando, per intercessione di Maria, Madre di Dio, il dono della pace: per le nostre famiglie, per le nostre città, per il mondo intero”.

 
Il Papa durante l’omelia ha ricordato che “tutti aspiriamo a vivere nella pace, ma la pace vera – ha precisato - non è semplice conquista dell’uomo o frutto di accordi politici; è innanzitutto dono divino da implorare costantemente e, allo stesso tempo, impegno da portare avanti con pazienza restando sempre docili ai comandi del Signore”. Quindi, rievocando il suo messaggio per questa Giornata “Famiglia umana, comunità di pace”, ha ribadito che esiste “uno stretto legame” tra “la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna” e la pace. Un concetto ripreso all’Angelus:

 
“Chi anche inconsapevolmente osteggia l’istituto familiare … rende fragile la pace nell’intera comunità, nazionale e internazionale, perché indebolisce quella che, di fatto, è la principale ‘agenzia’ di pace”.

 
E aggiunge: “la negazione o anche la restrizione dei diritti della famiglia, oscurando la verità dell’uomo, minaccia gli stessi fondamenti della pace”. Il Papa invita ogni uomo e ogni donna a prendere più lucida consapevolezza che l’umanità è un’unica “grande famiglia”. Da questa convinzione dipende “una pace vera e duratura”: “non viviamo gli uni accanto agli altri per caso - ha affermato - stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle”:

“E’ allora veramente importante che ciascuno assuma le proprie responsabilità davanti a Dio e riconosca in Lui la sorgente originaria della propria e dell’altrui esistenza. Da questa consapevolezza scaturisce un impegno a fare dell’umanità una vera comunità di pace, retta da una legge comune, che aiuti la libertà ad essere veramente se stessa … e che protegga il debole dal sopruso del più forte”.

 
(Canto)

 
La seconda parte dell’omelia il Papa l’ha dedicata alla Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. “Il titolo di Madre di Dio – ha detto - è, insieme a quello di Santa Vergine, il più antico ed è il fondamento di tutti gli altri titoli” con cui i fedeli venerano la Madonna in Oriente e in Occidente. L’Incarnazione del Verbo e la maternità divina di Maria sono misteri grandi non facili “da comprendere con la sola umana intelligenza”: “il bambino che vagisce nella mangiatoia …è Dio, vero Dio e vero uomo”. “Maria – scrive San Luca - serbava queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). “Il verbo greco usato “sumbállousa” – sottolinea il Pontefice - letteralmente significa ‘mettere insieme’ e fa pensare a un mistero grande da scoprire poco a poco”:

 
“Alla scuola di Maria però possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a percepire, né possono contenere. Si tratta, infatti, di un dono così grande che solo nella fede ci è dato accogliere pur senza tutto comprendere. Ed è proprio in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro, ci è sostegno e guida”.

 
Il Papa prosegue: “solo conservando nel cuore, mettendo cioè insieme e trovando un’unità di tutto ciò che viviamo, possiamo addentrarci, seguendo Maria, nel mistero di un Dio che per amore si è fatto uomo e ci chiama a seguirlo sulla strada dell’amore; amore da tradurre ogni giorno in un generoso servizio ai fratelli”. Quindi il Pontefice esorta i fedeli ad “avanzare in quella conoscenza del cuore, che è la sapienza dei santi” che non si stancano di cercare il volto del Signore:

 
“Possiamo esserne certi: se non ci stanchiamo di ricercare il suo volto, se non cediamo alla tentazione dello scoraggiamento e del dubbio, se pur fra le tante difficoltà che incontriamo restiamo sempre ancorati a Lui, sperimenteremo la potenza del suo amore e della sua misericordia. Il fragile Bambino che la Vergine quest’oggi mostra al mondo, ci renda operatori di pace, testimoni di Lui, Principe della pace. Amen!”

 
(Canto)

 
Il Papa al termine dell’Angelus ha ringraziato il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano per gli auguri rivoltigli ieri durante il messaggio di fine anno in TV:

 
"Ricambio ben volentieri il suo augurio, formulando ogni migliore auspicio per la sua alta missione e per la concordia e la prosperità dell'amato popolo italiano".

 
Quindi Benedetto XVI ha lodato le innumerevoli iniziative promosse dalle Comunità ecclesiali in ogni continente in occasione della Giornata Mondiale della Pace, ricordando in particolare la manifestazione "Pace in tutte le terre" organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma e in molte altre città del mondo. Infine ha salutato, tra gli altri, gli aderenti al Movimento dell’amore familiare, che questa notte hanno vegliato in Piazza San Pietro pregando per le famiglie e ha benedetto la “Fiaccola della Pace” che un maratoneta recherà in Terra Santa.







All the contents on this site are copyrighted ©.