Le speranze dell'Europa alla luce dell'Enciclica del Papa "Spe salvi": la riflessione
di padre Lombardi
Il solo benessere non può infondere speranza ai Paesi di un continente in maggioranza
ricco, se a dare un senso ai mezzi di cui si dispone non c'è una visione dettata da
valori più "alti". Richeggiando la recente Enciclica di Benedetto XVI Spe salvi,
il direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico
Lombardi si è soffermato con alcune considerazioni sul presente e sul futuro dell'Europa
che, afferma, soffre in molte sue parti di un "deserto spirituale". Ascoltiamo padre
Lombardi nell'intervista della collega della nostra redazione albanese, Claudia
Bumci:
R. -
C’è veramente l’impressione che, magari, il benessere sia cresciuto, ma che ci sia
un "deserto", un senso di oscurità per quanto riguarda le direzioni lungo le quali
impostare la propria vita: le cose in cui credere, che poi danno anche entusiasmo
e gioia in quello che si fa, al di là di quanti soldi si guadagnano. E questo è un
discorso che il Papa fa continuamente: mettere in guardia soprattutto le società avanzate,
che sono anche società del benessere ma molto secolarizzate, da una perdita di valori
e quindi anche di senso e di orientamento, di gioia di vivere, di gusto di vivere.
Nel discorso che ha fatto il presidente Sarkozy in Laterano, c’è stato un riferimento
molto preciso a questo aspetto. Diceva: il fatto che nelle campagne francesi, in gran
parte del nostro territorio, la fede si sia spenta o si stia spegnendo, e che ci sia
un deserto di valori, morali e religiosi, certamente non ha fatto sì che sia aumentata
la felicità dei francesi. Non è che i francesi, oggi, siano più felici anche se hanno
più benessere, ma di fatto vivono in un deserto di prospettive morali e religiose.
E questo, io credo sia molto importante da tenere presente, perché anche nel dibattito
che c’è per quanto riguarda la cultura e la fede - le posizioni che i laici hanno,
anche di critica, nei confronti della fede o delle posizioni di Papa Benedetto XVI
- dobbiamo cercare di capire che cosa è veramente in gioco, qual è la cosa importante
oggi per l’Europa, per le nostre società, per i nostri Paesi. E dobbiamo, onestamente,
riconoscere che c’è un deserto spirituale, che molte persone soffrono perché vorrebbero
vedere più luce e invece sono insoddisfatte, scontente perché manca loro una gioia
di vivere, un entusiasmo ed un vedere la meta del loro cammino, il senso della loro
vita. Questo è un fatto evidentissimo, che poi si collega a tanti fatti di disagio
sociale che è del tutto illusorio pensare di risolvere solo con misure di carattere
organizzativo o di benessere maggiore: richiedono una proposta che giunga anche a
dare una luce ed una vita interiore. Il Papa lo ripete continuamente e io credo che
- onestamente - anche le persone che non hanno la fede debbano saper guardare con
occhi aperti a questi problemi e quindi entrare in dialogo per capire chi possa dare
veramente dei contributi positivi, per affrontare questi che sono problemi fondamentali
della nostra società.