Il cardinale Bertone a "Famiglia Cristiana": nonostante gli attacchi che spesso subisce,
la Chiesa si batte per il dialogo e la difesa dei valori in Italia e nel mondo
Un’intervista-bilancio con uno sguardo agli avvenimenti ecclesiali e sociali del 2007,
“letti” in prospettiva 2008: è quella rilasciata dal cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, al settimanale italiano “Famiglia Cristiana”, che la pubblicherà
nel numero del 6 gennaio prossimo. Dalla situazione italiana a quella internazionale
- passando per Medio Oriente e Cina - il cardinale Bertone esorta fra l’altro i media
cattolici a stringersi in “rete” per incidere “con maggiore efficacia” nella società
contemporanea. La sintesi dei temi affrontati dal segretario di Stato in questo servizio
di Alessandro De Carolis:
Qual
è la “risorsa” per il presente e il futuro del mondo? Il cardinale Bertone non ha
dubbi: è la Chiesa con il suo patrimonio morale e sociale. Quella Chiesa bersagliata
violentemente in Italia come nemmeno negli anni del più acceso anticlericalismo politico
e ideologico, eppure aperta con convizione al dialogo, schierata in difesa dei valori
“non negoziabili” della vita e della famiglia. La Chiesa che affronta con atteggiamento
disponibile questioni internazionali delicate o intricate, sia si tratti di trovare
la giusta sintonia nel dialogo con le autorità della Cina, che il giusto equilibrio
nei rapporti con lo Stato israeliano per il bene della presenza del Vangelo in Terra
Santa. Il recente passato e l’immediato futuro si intrecciano nelle valutazioni del
cardinale Bertone, nell’ampia intervista anticipata dal settimanale dei Paolini, Famiglia
Cristiana. Parlando della Cina, il segretario di Stato conferma che i contatti
“proseguono”: “Diciamo che procediamo a piccoli passi, ma andiamo avanti”, osserva.
E analogo realismo il porporato usa per analizzare lo stato del confronto con Israele,
muovendo un preciso appunto. Mentre, da una parte - dice - la Chiesa si è impegnata
a promuovere pellegrinaggi sui luoghi della salvezza cristiana - e il loro numero
nel 2007 è stato il più alto dal Duemila - dall’altra, le autorità israeliane in nome
del pur giusto problema della sicurezza continuano a creare ostacoli ai membri della
Chiesa. “Noi - afferma il cardinale Bertone - ci siamo impegnati in un dialogo intenso,
ma purtroppo non otteniamo soluzione a molti problemi concreti: diritti di proprietà,
visti, eccetera. Il nostro personale religioso in Terra Santa non ottiene i visti,
eppure non si può dire che minacci la sicurezza. Questa è una chiusura che impedisce
un’attività serena”.
Sul versante italiano, il segretario
di Stato definisce quello che sta per chiudersi l’anno di “pesanti attacchi” alla
Chiesa italiana da parte di forze politiche che ancora concepiscono la laicità in
opposizione alla religiosità: visione che il porporato definisce “antistorica”. In
un Paese che appare deluso e impaurito, e troppo spesso raccontato dai media nei suoi
eccessi negativi piuttosto che nella sua migliore normalità, il cardinale Bertone
invita soprattutto i mezzi di comunicazione cattolici a valorizzare, attraverso “ravvivate
sinergie”, “le ricchezze dell’Italia buona, operosa, generosa e morale”, ovvero le
stesse qualità che non smette di sottolineare - insieme ai suoi malfunzionamenti -
lo stesso capo di Stato, Giorgio Napolitano. L’Italia che ha bisogno di speranza,
prosegue il segretario di Stato, si soffermi sulla speranza indicata dal Papa nella
sua ultima enciclica nella quale - obietta fra l’altro - si “riprende il dialogo con
la scienza senza smentirne la funzione”. Infine, pensando agli eventi – pontifici
e personali – destinati a scrivere pagine importanti nel 2008, il cardinale Bertone
accenna al suo viaggio a Cuba, previsto in febbraio - nel quale si augura, dice, di
“vedere il fratello di Fidel Castro, Raul, che oggi guida il Paese” - e soprattutto
si sofferma sulla visita di Benedetto XVI all’ONU. Secondo il segretario di Stato,
il Papa, ribadirà in quell’occasione “la necessità di puntare sui valori che sottendono
le storiche dichiarazioni internazionali e confermerà l’insostituibilità delle Nazioni
Unite”.