La solidarietà del Papa nelle attività del Pontificio Consiglio Cor Unum e dell'Elemosineria
Apostolica
Oltre un milione di dollari per affrontare le calamità naturali; quasi 670 mila euro
e 87 mila dollari per progetti a favore di donne, bambini, anziani e senzatetto; 35
Paesi destinatari di aiuti umanitari. Questi i numeri che traducono la carità del
Papa nelle attività del 2007 del Pontificio Consiglio Cor Unum, l’organismo istituito
da Papa Paolo VI il 15 luglio del 1971 quale attuazione concreta delle iniziative
di solidarietà. Il servizio di Chiara Calace:
“Un
dicastero al servizio della solidarietà - ha detto all’Osservatore Romano il cardinale
Paul Josef Cordes, presidente di Cor Unum – per portare a compimento le iniziative
caritative del Papa specialmente in occasione di gravi calamità. Quest’anno ricordiamo
le inondazioni e gli uragani in Bangladesh, India, Nepal e Pakistan, e i terremoti
in Perù e Indonesia”. Particolare attenzione hadedicato il presidente
di Cor Unum alle due Fondazioni istituite da Giovanni Paolo II che operano nell’ambito
del dicastero: la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel e la Fondazione Populorum
Progressio. Entrambe vengono sostenute per larga parte dalla Conferenza episcopale
italiana (CEI) per gli interventi nel terzo mondo. Il cardinale Cordes ha ricordato
infine la collaborazione con tutte le ONG cattoliche e in particolare il rapporto
con la Confederazione internazionale della Caritas. Sempre in tema di solidarietà
cristiana, ma in una dimensione locale, l’Osservatore Romano di oggi riporta la testimonianza
dell’arcivescovo elemosiniere Félix del Blanco Prieto. “L’Elemosineria Apostolica
è l’organismo della Santa Sede che esercita la carità verso i poveri in nome del Papa;
non grandi progetti, ma piccoli gesti quotidiani”, afferma il presule. “Arrivano giovani
che non riescono a pagare le bollette o l’affitto di casa e, nonostante giungano anche
richieste da parte di istituzioni, noi preferiamo elargire un piccolo aiuto concreto
ai giovani e le loro famiglie”. Poi fornisce alcune cifre sulla loro attività: circa
un milione di euro l’anno per i singoli e 400 mila euro per le istituzioni assistenziali.
“Ogni giorno spediamo – conclude l’arcivescovo – un centinaio di lettere allegando
una somma in contanti o in assegno, cercando di soddisfare le numerose richieste che
arrivano ogni giorno anche tramite fax, lettera e di persona”.