La Santa Famiglia, al centro del magistero di Benedetto XVI come "prototipo" della
famiglia dell'umanità
Nella Festa liturgica della Sacra Famiglia di Nazaret riecheggiano le esortazioni
ispirate al tema della famiglia contenute nel Messaggio del Papa per il primo gennaio
prossimo, Giornata mondiale della pace. Una chiusura e un inizio d’anno, dunque, entrambi
nel segno di una tematica molto sentita dal Pontefice e più volte affrontata in discorsi
e udienze, come ci ricorda in questo servizio Alessandro De Carolis:
La famiglia
“non è una costruzione sociologica casuale”. E’ il 7 giugno 2005 quando, eletto Pontefice
da appena due mesi, Benedetto XVI pone una delle prime “pietre” del suo magistero
sulla famiglia cristianamente intesa, parlando al Convegno organizzato dalla diocesi
di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano. La non casualità dell’istituzione
familiare - spiega poi in un’altra circostanza - deriva da un dato soprannaturale
diventato, duemila anni fa, un dato storico: Gesù, cioè Dio, sceglie, per incarnarsi,
di nascere in una famiglia. Questi e altri concetti - ripresi e sviluppati in oltre
due anni e mezzo di Pontificato - sono tasselli di una riflessione che il Papa affronta
di volta in volta in tutta la sua complessità: dal raffronto spirituale della famiglia
fondata sul matrimonio con il suo modello ideale, quella di Nazaret, alla denunce
delle ferite inferte all’umanità, prima ancora della sacralità, della famiglia, ogni
volta concluse dal Papa con richieste di attenzioni e rispetto per queste cellule
domestiche, indispensabili al tessuto sociale ma non sempre da esso adeguatamente
tutelate.
La Famiglia di Nazareth viene più volte
indicata da Benedetto XVI con questo aggettivo: “prototipo”. Nella sua contemplazione,
ogni famiglia - specie se cristiana - trova il senso più autentico dei vincoli d’amore
che legano i coniugi fra loro, i genitori ai figli, questi ultimi alla madre e al
padre. Pensieri comunicati esattamente un anno fa, il 31 dicembre 2006:
“La
santa Famiglia di Nazaret è veramente il ‘prototipo’ di ogni famiglia cristiana che,
unita nel Sacramento del matrimonio e nutrita dalla Parola e dall’Eucaristia, è chiamata
a realizzare la stupenda vocazione e missione di essere cellula viva non solo della
società, ma della Chiesa, segno e strumento di unità per tutto il genere umano”.
Nascendo
in una famiglia, osserva ancora il Papa all’Angelus di fine 2006, Gesù “l’ha consacrata
come prima e ordinaria via del suo incontro con l’umanità”, mettendone in luce “il
valore primario” nell’educazione della persona”. Ma prima ancora dell’aspetto formativo,
la famiglia è culla di quella vita alla quale è chiamata a custodire e a dedicarsi
negli anni avvenire. E questo della vita non nata è un valore tanto alto quanto spesso,
nella nostra epoca, meno considerato e quindi oggetto delle più violente aggressioni.
Benedetto XVI si esprime così nel citato intervento del giugno 2005 alla Basilica
Lateranense:
“Nell’uomo e nella donna la paternità
e la maternità, come il corpo e come l’amore, non si lasciano circoscrivere nella
sfera biologica: la vita viene data interamente solo quando con la nascita vengono
dati anche l’amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita. Proprio
da qui diventa del tutto chiaro quanto sia contrario all’amore umano, alla vocazione
profonda dell’uomo e della donna, chiudere sistematicamente la propria unione al dono
della vita, e ancora più sopprimere o manomettere la vita che nasce”: E
il ricorso all’aborto non è la sola violenza alla vita umana e a quella familiare
che oggi conosciamo. “Equivoche concezioni sull’uomo, sulla libertà e sull’amore umano”
- afferma il Papa il 13 maggio 2006 nell’udienza al dicastero per la famiglia - mettono
a rischio la verità sulla famiglia fondata sul matrimonio:
“Va
crescendo, purtroppo, il numero delle separazioni e dei divorzi, che rompono l’unità
familiare e creano non pochi problemi ai figli, vittime innocenti di tali situazioni.
La stabilità della famiglia è oggi particolarmente a rischio; per salvaguardarla occorre
spesso andare controcorrente rispetto alla cultura dominante, e ciò esige pazienza,
sforzo, sacrificio e ricerca incessante di mutua comprensione”.
Lo
stesso accade con la più recente delle derive: la possibilità di unire in cosiddetto
“matrimonio” donne con donne e uomini con uomini. Benedetto XVI è netto nello stigmatizzare
il falso progressimo di tale pratica davanti alla platea della Lateranense:
“Le
varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio, come le unioni libere e il ‘matrimonio
di prova’, fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono invece
espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione
dell’uomo”. In definitiva, la “causa della famiglia” - secondo
una delle espressioni di Benedetto XVI - va difesa anzitutto dalla Chiesa e dalle
persone di fede, primi fra tutti quei papà, quelle mamme e quei figli per i quali
i valori del Vangelo sono punti di riferimento nella quotidianità della vita. Ecco
come un mese e mezzo fa, il Papa conclude l’udienza concessa ad una delegazione del
Movimento “Famiglie nuove”, diramazione del più grande Movimento dei Focolari:
“Auspico
di cuore che, anche grazie al vostro impegno, possano essere individuate strategie
pastorali tese a venire incontro ai crescenti bisogni della famiglia contemporanea
e alle molteplici sfide a cui essa è posta di fronte, perché non venga meno la sua
missione peculiare nella Chiesa e nella società”.