Intervento di mons. Crepaldi nel dibattito sui cambiamenti climatici
Nell’ambito del dibattito sui cambiamenti climatici, che vede la tesi della responsabilità
dell’uomo contrapposta a quella che spiega il riscaldamento della terra con la naturale
ciclicità dei mutamenti ambientali, mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace, prende le distanze dalle tesi catastrofiste. Il servizio
di Claudia Di Lorenzi:
La Chiesa
rifiuta ogni forma radicale di ecologismo. Questo in sintesi il pensiero di mons.
Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervistato
dall’agenzia Fides sul tema dei cambiamenti climatici. “È innegabile che esistano
movimenti, culturali e politici, che utilizzano le ricerche scientifiche in maniera
strumentale ed ideologica” ha detto il presule. La Dottrina Sociale della Chiesa
– ha spiegato – rifiuta le tesi del catastrofismo ambientale “perché subordinano l’uomo
ad una presunta centralità della natura”, e perché mettono a repentaglio “il diritto
allo sviluppo dei Paesi poveri”. Un approccio che rischia di alimentare una “visione
dell’uomo e della natura che alla fine si rivela essere contro l’uomo e contro la
natura”. Citando il pensiero di Papa Benedetto XVI, ispirato ad alcuni passi della
Sacra Scrittura, mons. Crepaldi ha ricordato che l’uomo è chiamato a custodire e a
coltivare la terra, e quindi a rifiutarne lo “sfruttamento dissennato” e a lavorarla
“con spirito di equità e di solidarietà”. “I beni della Terra hanno una valenza e
un valore universale” – ha aggiunto – e per questo “non possono essere oggetto di
accaparramento da parte di una piccola fetta di umanità”. Piuttosto vanno “usati in
una prospettiva di solidarietà” che “che non si limita a soddisfare i bisogni delle
generazioni di oggi, ma tiene presente le esigenze delle generazioni future”. Un’idea
di “progresso sostenibile” che va perseguita adottando stili di vita e modelli di
produzione e consumo adeguati. Mons. Crepaldi ha ricordato infine che la politica
“deve recuperare la capacità di discernimento ed essere libera da condizionamenti
di carattere ideologico e affaristico”. Un premessa necessaria per affrontare il
tema della salvaguardia dell’ambiente in maniera sapiente, equilibrata ed efficace.