Migliaia di giovani a Ginevra per l'Incontro europeo promosso dalla comunità di Taizé
Decine di migliaia di giovani provenienti da tutta Europa e anche da altri continenti
sono arrivati oggi a Ginevra per partecipare al “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra”,
promosso dalla Comunità ecumenica di Taizé. Al loro arrivo, i giovani hanno ricevuto
una lettera di frère Alois, priore della comunità. Il testo è intitolato “Lettera
da Cochabamba” ed è stato scritto in Bolivia durante un incontro di giovani latino-americani
incentrato su temi fondamentali, quali la giustizia e il perdono. Sull’incontro di
Ginevra, che si concluderà il prossimo primo gennaio dopo una veglia di preghiera
per la pace, ascoltiamo frère John intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. –
Saranno quattro giorni di preghiera e di incontro nelle parrocchie, con i partecipanti
delle diverse Chiese, giorni di scambio, di riconciliazione, ma soprattutto di preghiera.
D.
– E’ cominciato, dunque, il 30.mo incontro europeo di preghiera: quale aspetto prevale
quest’anno?
R. – Quest’anno penso prevalga l’aspetto
ecumenico, perché l’invito è venuto alla Chiesa cattolica, alla Chiesa riformata e
alle altre confessioni cristiane.
D. – Quale insegnamento
possono trarre gli uomini e, in particolare i politici, dai giovani di Taizé?
R.
– I giovani di oggi, non solo i giovani di Taizé, non vogliono questa divisione ma
vogliono scoprire che formiamo una sola famiglia, una famiglia umana. E penso che
i cristiani hanno un messaggio da dare in questo senso: siamo tutti in Cristo una
famiglia sola.
D. – Ginevra diventa quindi un laboratorio
di culture, religioni diverse. Cosa possiamo imparare?
R.
– Possiamo imparare gli uni dagli altri che possiamo vivere insieme. Se c’è questa
voglia come cristiani e come credenti, se ci mettiamo tutti in presenza di Dio nella
preghiera, questo ci unisce; da questo si può imparare a vivere insieme nella diversità.