Da oggi a Ginevra l'Incontro europeo dei giovani organizzato dalla Comunità ecumenica
di Taizé. Il messaggio del Papa
Oltre 40 mila ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Europa, partecipano da oggi
a Ginevra al “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, promosso dalla comunità ecumenica
di Taizé. Rivolgendosi ai giovani del movimento ecumenico internazionale, fondato
nel 1940 da frère Roger, il Papa scrive in un messaggio che “solo Cristo ci offre
la chiave di una vera speranza, di una speranza che sorpassa ogni piccola speranza
che possiamo avere”, perché ci orienta all’avvenire e alla “felicità eterna”. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
"La
vostra fiducia in Dio – si legge nel messaggio di Benedetto XVI – possa suscitare
in voi la speranza ed aiutarvi a cambiare il mondo, basandovi sui valori evangelici,
in particolare sul perdono, la punta estrema dell’amore, perché colui che perdona
non si ferma all’errore commesso ma apre un nuovo avvenire”. “Se la pace è frutto
della giustizia – scrive il Papa ai giovani che si accingono a partecipare al 30.mo
Incontro europeo di preghiera - essa lo è ancora più nel perdono, che sigilla
davvero la riconciliazione fra coloro che ieri si sfidavano o si opponevano, permettendo
loro di fare un cammino insieme”. Il Santo Padre invita quindi i giovani ad essere
“artefici del perdono tra i fratelli e costruire un mondo riconciliato”. Ma nelle
situazioni di conflitto è possibile riuscire ad ascoltare l’altro? Risponde frère
Richard, della comunità di Taizé :
“Abbiamo
fatto esperienza in questi incontri che anche i giovani dei Paesi in conflitto sono
capaci di ascoltarsi, di capirsi e di diventare amici. Ieri sono arrivati con un pullman
dalla Croazia e dalla Serbia e stamani è stato bello vederli parlare, fare amicizia.
Il Vangelo è veramente capace di andare oltre le memorie spesso dolorose di conflitti
del passato e di aprire una via di comunione e di fiducia tra gli uomini”.
Il
patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, invita in un messaggio i giovani a scoprire
Cristo: "se l’uomo non rinuncia al suo desiderio di dominare gli altri – scrive il
patriarca – non potrà mai vivere la giustizia di Dio”. Ma l’uomo è capace di realizzare
una più equa ripartizione dei beni?:
“La giustizia
comincia nel cuore dell’uomo. All’inizio bisogna rinunciare a questi desideri di dominare,
per vedere nell’altra persona non una minaccia, ma una fonte di gioia e di aiuto”.
Ai
giovani si propone, in particolare, di uscire dalla propria vicenda personale, fronteggiando
l’eventuale insuccesso senza perdere la fiducia e la speranza, testimoniando concretamente
la solidarietà nella quotidianità. Ma i giovani sono oggi in grado di essere vicini
a quelli che vivono esperienze di povertà, anche spirituale?
“Questi
incontri, come anche altri incontri di giovani, mostrano che ci sono delle capacità
spesso nascoste nei giovani di andare verso l’altro, di capire l’altro, di dare una
mano all’altro concretamente, molto spesso anche prendendosi il tempo di ascoltare
l’altra persona. C’è una vera capacità nel cuore di tanti giovani di vivere questa
solidarietà secondo il Vangelo”.
Ma come arrivare
fino al perdono e porre così le basi di una riconciliazione profonda che neanche le
più gravi fratture possono insidiare?:
“Non ci può
essere un’esigenza di perdono fuori dalla chiamata del Vangelo. Ciò che noi possiamo
fare, quando c’è un incontro così, è creare uno spazio dove forse il perdono diventi
possibile. Ma è vero che in questi incontri europei che organizziamo c’è sempre molto
tempo per rimanere in silenzio davanti a Dio, con gli altri giovani. E’ solamente
nel segreto del cuore che può nascere un perdono vero, che poi riesce a guarire anche
le ferite del passato”.
Filo conduttore dei quattro
giorni di incontri e riflessione sarà un testo del priore della comunità di Taizé,
frere Alois, intitolato “Lettera da Cochabamba” ed incentrato sull’importanza dell’ascolto
dell’altro, sui valori della giustizia, della solidarietà e del perdono. Nella notte
del 31 dicembre, ogni parrocchia organizzerà, infine, una veglia di preghiera per
la pace, alla quale seguirà un momento di incontro interculturale, intitolato la “Festa
dei popoli”.