Da domani a Ginevra l'Incontro europeo dei giovani promosso dalla Comunità di Taizé.
Il messaggio di Benedetto XVI
Oltre 40 mila ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Europa, parteciperanno a Ginevra,
a partire da domani e fino al prossimo primo gennaio, al “Pellegrinaggio di fiducia
sulla terra”, promosso dalla comunità ecumenica di Taizé. Rivolgendosi ai giovani
del movimento ecumenico internazionale, fondato nel 1940 da frère Roger, il Papa scrive
in un recente messaggio che “solo Cristo ci offre la chiave di una vera speranza,
di una speranza che sorpassa ogni piccola speranza che possiamo avere”, perché ci
orienta all’avvenire e alla “felicità eterna”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
"La vostra
fiducia in Dio – si legge nel messaggio di Benedetto XVI – possa suscitare in voi
la speranza ed aiutarvi a cambiare il mondo, basandovi sui valori evangelici, in particolare
sul perdono, la punta estrema dell’amore, perché colui che perdona non si ferma all’errore
commesso ma apre un nuovo avvenire”. “Se la pace è frutto della giustizia – scrive
il Papa ai giovani che si accingono a partecipare al 30.mo Incontro europeo
di preghiera - essa lo è ancora più nel perdono, che sigilla davvero la riconciliazione
fra coloro che ieri si sfidavano o si opponevano, permettendo loro di fare un cammino
insieme”. Il Santo Padre invita quindi i giovani ad essere “artefici del perdono tra
i fratelli e costruire un mondo riconciliato”. Ma nelle situazioni di conflitto è
possibile riuscire ad ascoltare l’altro? Risponde frère Richard,
della comunità di Taizé :
“Abbiamo fatto esperienza in questi incontri
che anche i giovani dei Paesi in conflitto sono capaci di ascoltarsi, di capirsi e
di diventare amici. Ieri sono arrivati con un pullman dalla Croazia e dalla Serbia
e stamani è stato bello vederli parlare, fare amicizia. Il Vangelo è veramente capace
di andare oltre le memorie spesso dolorose di conflitti del passato e di aprire una
via di comunione e di fiducia tra gli uomini”.
Il patriarca di Costantinopoli,
Bartolomeo I, invita in un messaggio i giovani a scoprire Cristo: "se l’uomo non rinuncia
al suo desiderio di dominare gli altri – scrive il patriarca – non potrà mai vivere
la giustizia di Dio”. Ma l’uomo è capace di realizzare una più equa ripartizione dei
beni?:
“La giustizia comincia nel cuore dell’uomo. All’inizio bisogna
rinunciare a questi desideri di dominare, per vedere nell’altra persona non una minaccia,
ma una fonte di gioia e di aiuto”.
Ai giovani si propone, in particolare,
di uscire dalla propria vicenda personale, fronteggiando l’eventuale insuccesso senza
perdere la fiducia e la speranza, testimoniando concretamente la solidarietà nella
quotidianità. Ma i giovani sono oggi in grado di essere vicini a quelli che vivono
esperienze di povertà, anche spirituale?
“Questi incontri, come anche
altri incontri di giovani, mostrano che ci sono delle capacità spesso nascoste nei
giovani di andare verso l’altro, di capire l’altro, di dare una mano all’altro concretamente,
molto spesso anche prendendosi il tempo di ascoltare l’altra persona. C’è una vera
capacità nel cuore di tanti giovani di vivere questa solidarietà secondo il Vangelo”.
Ma
come arrivare fino al perdono e porre così le basi di una riconciliazione profonda
che neanche le più gravi fratture possono insidiare?:
“Non ci può essere
un’esigenza di perdono fuori dalla chiamata del Vangelo. Ciò che noi possiamo fare,
quando c’è un incontro così, è creare uno spazio dove forse il perdono diventi possibile.
Ma è vero che in questi incontri europei che organizziamo c’è sempre molto tempo per
rimanere in silenzio davanti a Dio, con gli altri giovani. E’ solamente nel segreto
del cuore che può nascere un perdono vero, che poi riesce a guarire anche le ferite
del passato”.
Filo conduttore dei quattro giorni di incontri e riflessione
sarà un testo del priore della comunità di Taizé, frere Alois, intitolato “Lettera
da Cochabamba” ed incentrato sull’importanza dell’ascolto dell’altro, sui valori della
giustizia, della solidarietà e del perdono. Nella notte del 31 dicembre, ogni parrocchia
organizzerà, infine, una veglia di preghiera per la pace, alla quale seguirà un momento
di incontro interculturale, intitolato la “Festa dei popoli”.