2007-12-24 15:53:29

Poveri, carcerati e malati: al pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio sono invitate migliaia di persone in tutto il mondo


Da Mosca a Barcellona, da Cochabamba a Città del Messico: al pranzo di Natale con i poveri organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio sono invitate ogni anno decine di migliaia di persone in oltre 60 Paesi. Una tradizione questa che è nata nel 1982 quando un piccolo gruppo di poveri fu accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Oggi, viene coinvolta, in tutte le parti del mondo dove la comunità è presente, la gente che vive nella strada, negli istituti, nelle carceri. La festa si fa nelle chiese, nelle case, ma anche negli enti per anziani, per bambini, negli ospedali, perfino in piazza. Perché il senso è proprio portare lo spirito del Natale anche negli angoli più bui e dimenticati per alleviare, almeno per un giorno, il peso della malattia e della solitudine. Il cibo, un regalo semplice, un piccolo presepe, l’alberello di Natale, ma soprattutto l’amicizia, la gioia, l’attenzione ad ognuno, sono gli “ingredienti” di una festa piena di amore per chi soffre. E in alcuni luoghi, come l’Indonesia, diventa occasione di scambio tra comunità religiose diverse. Per molte persone, dai detenuti del Burkina Faso ai mendicanti della Tanzania, il pranzo offerto da Sant’Egidio è l’unico vero pranzo di tutto l’anno. (S.G.)







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