In Thailandia, vince il partito dell'ex premier Thaksin esiliato dai militari
Come nelle previsioni, in Thailandia ha vinto il Partito del potere del popolo, legato
all’ex premier Thaksin Shinawatra ora in esilio. Nonostante la mancanza della maggioranza
assoluta, il PPP ha incassato l’appoggio di altri partiti per cui sarà possibile formare
un nuovo governo. Il nostro servizio:
La
Thailandia cerca di voltare pagina all’indomani delle prime elezioni dopo il colpo
di Stato del 2006 che aveva causato l’esilio a Londra per il premier Thaksin Shinawatra,
accusato di corruzione, ma anche l’imposizione del governo militare. Ad affermarsi
nelle consultazioni sono comunque gli alleati dello stesso Thaksin che hanno trasformato
il ricorso alle urne in un test per far rientrare in patria il leader politico. In
attesa che la vicenda si risolva probabilmente con un’amnistia, il Partito del potere
del popolo, ha ottenuto una vittoria importante ma non assoluta con 232 preferenze
su 480. “Un’affermazione del popolo thailandese che irragionevolmente perse nel golpe
del 2006”, così il leader del PPP. Necessario per governare il supporto di altri partiti
che prontamente è arrivato. I risultati ufficiali sono attesi comunque a gennaio,
dopo che sarà effettuato un nuovo conteggio. E nel Paese sembra ripartito il processo
democratico: è finita infatti la doppia legislatura Thaksin-militari con quest’ultimi
pronti a rientrare nel loro ruolo costituzionale come auspicato dallo stesso re Bhumibol
nei giorni scorsi. Altro dato rilevante per il Paese la grande affluenza alle urne.
La stessa Chiesa locale aveva invitato i cattolici, almeno 250mila nel Paese, a fare
il loro dovere di cittadini.
Uzbekistan L’OSCE, l’Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ritiene le elezioni di ieri in Uzbekistan
“non democratiche”. Intanto, si attende la proclamazione senza sorprese del presidente
Karimov, al potere dal 1989. La Commissione elettorale ha reso noto che l'attuale
capo di Stato ha ottenuto l'88,1 per cento delle preferenze. Sentiamo Giuseppe
D’Amato:
Nel
pomeriggio la Commissione elettorale comunicherà i risultati ufficiali. A meno di
clamorose sorprese, il presidente uscente Karimov verrà confermato per altri sette
anni. A nulla sono valse le proteste dell’opposizione. In novembre, la Commissione
elettorale ha ammesso alla consultazione il leader uzbeko, nonostante la costituzione
lo vietasse per aver già svolto due mandati. Nel 2000, Karimov fu eletto con oltre
il 90 per cento dei voti. Dopo il massacro di Andijan, nel maggio 2005, l’ex Repubblica
sovietica ha cambiato alleanze, lasciando il fronte antiterrorista occidentale e ritornando
a rapporti più stretti con Mosca. Pesanti sono le critiche delle organizzazioni umanitarie.
Secondo diversi organismi, queste elezioni non rispecchiano gli standard democratici
internazionali. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato) Russia Saranno
soltanto 70 gli osservatori dell’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
in Europa, invitati dalla Russia per le presidenziali di marzo prossimo. Nelle scorse
consultazioni avevano partecipato circa 400 membri dell'organizzazione.
Kirghizistan Il
Kirghizistan ha un nuovo premier. Si tratta del ministro dell’Industria e dell’Energia,
Igor Chudinov, nominato dal presidente Bakiyev dopo la vittoria alle elezioni parlamentari
anticipate. Consultazioni che l’opposizione interna e gli osservatori internazionali
ritengono non valide. India Nelle elezioni, svoltesi nello
stato indiano del Gujarat, si è riconfermato il partito nazionalista al potere. Il
Bharatiya Janata Party ha ottenuto 117 dei 182 seggi del Parlamento locale.
Per il partito del controverso leader nazionalista Narendra Modi, accusato di aver
coperto la rivolta religiosa contro i musulmani nel 2002, si tratta della quarta vittoria
consecutiva.
Libano Il Libano cerca una via d’uscita per l’empasse
politica nella quale si trova dopo la fine del mandato del presidente Lahoud. Il governo
Siniora ha approvato oggi un disegno di legge per emendare l’articolo della costituzione
che spianerebbe la strada all’elezione del generale Michel Suleiman. Per l’undicesima
volta, il Parlamento è stato convocato il 29 dicembre prossimo. Intanto, la Siria
ha accusato gli Stati Uniti di aver compromesso gli accordi per la scelta del nuovo
presidente del Libano. Secondo il ministro dell’informazione di Damasco, Washington
avrebbe vanificato gli sforzi siriani e francesi per avvicinare le posizioni dei libanesi.
Medio Oriente Nuovo incontro oggi tra i negoziatori israeliani e
palestinesi dopo il vertice di Annapolis, negli Stati Uniti. Resta la tensione sui
piani edilizi di Israele a Gerusalemme est che l’Autorità Nazionale Palestinese considera
come capitale del futuro Stato. Intanto, c'è ancora violenza nella Striscia di Gaza,
due membri di Hamas sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti in un raid aereo
israeliano. Nelle ultime settimane le azioni di Israele si sono intensificate in risposta
al continuo lancio di razzi Qassam contro lo Stato ebraico, 20 le vittime.
Iraq Ennesima
giornata di violenza in Iraq. Un’autobomba, a Baghdad, ha provocato la morte di due
persone ed il ferimento di altre 4 ma è un bilancio provvisorio. Alla periferia di
Baquba, uomini armati hanno rapito 14 occupanti di un pullman fermati ad un falso
posto di blocco. Intanto, in un grave incidente, avvenuto a 15 km a nord di Hilla,
hanno perso la vita 13 persone, tra questi 12 bambini. L’auto sulla quale viaggiavano
è stata investita da un treno merci ad un passaggio a livello. Afghanistan Vittime
anche in Afghanistan. Quattro persone sono rimaste uccise in due distinti attacchi
nella provincia di Kandahar, nel sud del Paese. Secondo le forze dell’ordine la responsabilità
è degli insorti talebani che operano nella zona. Nella provincia di Kunar, invece,
i servizi segreti hanno arrestato una donna che portava con sé, celato sotto il burqa,
un giubbetto esplosivo per un attacco suicida. Intanto, una nuova escalation di violenza
ha provocato in soli tre giorni sono oltre venti morti.
Iran L’Iran
sta per lanciare una gara d’appalto internazionale per la costruzione di 19 centrali
nucleari da mille megawatt ciascuna. Proprio una settimana fa, la Russia ha ripreso
la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr e ha dato l’avvio alle
consegne di combustibile per alimentarlo. Filippine Clima
distensivo nelle Filippine. Il nuovo esercito del popolo (NPA), braccio armato del
Partito comunista delle Filippine (CPP), non lancerà attacchi in occasione delle feste
natalizie e di fine d’anno. L’esercito di Manila, invece, aveva già dichiarato il
cessate-il-fuoco dal 16 dicembre.
Somalia Un contingente di un centinaio
di soldati burundesi è arrivato oggi a Mogadiscio, in Somalia. I militari si uniscono
all’avanguardia del contingente di pace africano, composto da altri 96 soldati giunti
da Bujumbura nella notte tra sabato e ieri. Prepareranno il terreno ad ulteriori 800
uomini inviati dall’Unione africana per monitorare la situazione a Mogadiscio, da
mesi in preda a scontri tra milizie islamiche e soldati somali appoggiati da truppe
etiopi. Egitto Ad Alessandria d’Egitto è crollato un palazzo di 12 piani.
Ancora incerto il numero delle vittime, al momento risultano 20 morti per la maggioranza
donne e bambini. Continuano i lavori dei soccorritori per rimuovere le macerie e cercare
eventuali sopravvissuti.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta
Capelli e Chiara Calace)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LI no. 358 E'
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