L'Uzbekistan elegge il nuovo presidente. Forti riserve sul voto da parte dell'OSCE
Esito scontato in Uzbekistan dove 16 milioni di elettori sono chiamati a scegliere
il nuovo presidente. Favorito l’attuale capo di Stato, Islam Karimov, al potere dal
1989, che secondo alcune fonti avrebbe eliminato qualsiasi tipo di opposizione. Gli
stessi sfidanti di Karimov sarebbero sostenitori del regime. Il servizio di Giuseppe
D’Amato:
Sono
8266 i seggi aperti in tutto l’Uzbekistan, quattro i candidati in lizza per le presidenziali.
Il netto favorito è il capo dello Stato uscente, Islam Karimov, al potere ininterrottamente
dal 1989. Con un clamoroso verdetto in novembre, la Commissione elettorale lo ha ammesso
alla consultazione, nonostante la costituzione vieti più di due mandati. Gli sfidanti
sono il democratico Roustamov, il socialdemocratico Tachmoukhamedova
e l’indipendente Saodov. 264 sono gli osservatori stranieri, oltre 16 milioni sono
gli aventi diritto. Il voto sarà valido se l’affluenza alle urne supererà il 33 per
cento. Non vi saranno exit poll e i risultati verranno resi pubblici domani. A numerose
organizzazioni internazionali e ad alcuni media occidentali è stato vietato l’ingresso
nell’ex Repubblica asiatica sovietica. L’OSCE ha nel Paese 21 osservatori e ha già
dichiarato che un monitoraggio maggiore era senza senso per il carattere limitato
della competizione. Esteso quanto la Svezia, l’Uzbekistan vive un momento di crescita
economica messo in pericolo dall’alta inflazione. Forte rimane l’emigrazione aggravata
dalla disoccupazione e dai bassi stipendi: intorno ai 160 dollari mensili. Dopo il
massacro di Andijan, del maggio 2005, il Paese ha cambiato alleanze, lasciando il
fronte antiterrorista occidentale e ritornando a rapporti più stretti con Mosca. Pesanti
sono le critiche delle organizzazioni umanitarie. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato)